India: il governo centrale potrà intervenire contro la violenza interreligiosa a livello nazionale
Mumbai (AsiaNews) – Il governo centrale indiano sarà d’ora in poi in grado di intervenire nei casi di violenza interreligiosa, o aggressioni mirate verso gruppi sociali ed etnie, invocando una clausola dell’art.335 della Costituzione, se la legge sulla violenza interreligiosa, approvata dal National Advisory Council (Nac), guidato da Sonia Gandhi, è adottata dal Parlamento. La legge permette al governo di dichiarare “disturbi interni” ogni caso di violenza interreligiosa e agire di conseguenza in base alla situazione e alle circostanze, senza dover attendere, come ora, le mosse del singolo Stato. L’art. 335 dichiara che “sarà dovere dell’Unione proteggere ogni Stato contro le aggressioni esterne ed interne e assicurare che il governo di ogni Stato venga condotto secondo i dettami della Costituzione”.
La legge prevede che un’autorità nazionale dotata di potere e autorità a livello dei singoli Stati curino l’applicazione della legge. L’Autorità nazionale sarà un corpo di sette membri, dominato dalla minoranza, in cui sono presenti quattro membri dei gruppi delle minoranze, metà dei quali donne. Le Autorità nazionale e statali avranno il potere di prendere l’iniziativa per bloccare la violenza interreligiosa. Potranno fare indagini, chiedere testimonianze, perquisire e sequestrare, e mettere sotto controllo i dipendenti pubblici così come verificare la loro situazione e i loro trasferimenti in luoghi dove la violenza interreligiosa è avvenuta, o si teme che possa avvenire. I funzionari locali e gli enti statali e centrali dovranno condividere con l’Autorità creata dalla legge le informazioni relative alla violenza interreligiosa. Nel caso di coinvolgimento di personale delle forze armate, l’Autorità ne tratterà solamente con il governo centrale.
In un’intervista ad AsiaNews padre Babu Joseph, portavoce della Conferenza dei vescovi cattolici dell’India (Cbci) ha dichiarato: “Rincuora sapere che il Nac, dopo aver sviluppato un ampio raggio di consultazioni ha dato il via libera al Communal Violence Bill. Se sarà approvato dal Parlamento, e diventerà legge del Paese, avrà effetti di lungo raggio sulla violenza interreligiosa che è stata una piaga dell’India indipendente. Anche se abbiamo molte leggi che vorrebbero affrontare il problema della violenza interreligiosa, queste si sono rivelate inefficaci dal momento che i criminali sono riusciti a passare fra le loro maglie. Quindi la nuova legge potrà rendere l’esecutivo più affidabile e rapido nell’agire servirà da deterrente forte verso coloro che prosperano eccitando alla violenza in nome di religione, casta e lingua. Attualmente tocca agli Stati il compito di mantenere la legge e l’ordine, ma in troppi casi gli Stati hanno fallito nell’agire con decisione o hanno abdicato alle loro responsabilità , con gravi perdite di vite umane e di beni materiali. Tragedie del genere devono essere evitate per il futuro”.
Il direttore di “Prashant”, il Centro dei gesuiti per i diritti umani, giustizia e pace, padre Cedric Prakash, ha dichiarato ad AsiaNews: “Anche se ci sono certamente dubbi e lacune nel progetto di legge approvato dal National Advisory board, complessivamente bisogna accoglierlo favorevolmente. E’ qualche cosa per cui molti di noi si sono battuti, specialmente dopo i massacri del Gujarat . Quello di cui ora c’è bisogno della volontà politica di applicarlo. Se no diventerà un’altra tigre senza denti. Ma porta la speranza che finalmente la violenza interreligiosa nel Paese sarà posta sotto controllo, specialmente quella sponsorizzata dagli Stati”.