India: i giovani, la giustizia e la pace, nel segno di Benedetto XVI e Gandhi
di Nirmala Carvalho
Per il gesuita p. Cedric Prakash, direttore di un centro per i diritti umani, i giovani “sono consapevoli della realtà che li circonda” e “vogliono costruire una società dal volto più umano e fraterno”. Oggi l’India celebra la sua Giornata della pace, nell’anniversario della morte del Mahatma.
Mumbai (AsiaNews) – Il messaggio per la pace di Benedetto XVI, “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”, esprime “la convinzione che i giovani, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo”. Lo afferma ad AsiaNews p. Cedric Prakash direttore del centro gesuita per i diritti umani Prashant di Ahmedabad. Oggi l’India celebra la propria Giornata della pace, nell’anniversario dell’assassinio del Mahatma Gandhi.
I giovani, sottolinea p. Prakash, “sono attenti a molte cose. Vogliono ricevere un’educazione che li prepari ad affrontare il mondo reale. Vedono quanto è difficile trovare un lavoro stabile e crearsi una famiglia. Cercano di capire come poter contribuire alla vita politica, culturale ed economica, per costruire una società dal volto più umano e fraterno”.
Nel suo messaggio per la pace, Benedetto XVI si è rivolto anche a chi si occupa dell’educazione dei più giovani: dai genitori, agli insegnanti, ai leader spirituali e politici. “Prestare attenzione alle loro preoccupazioni – afferma il sacerdote citando il documento del papa –, ascoltarli e valorizzarli rappresenta un compito primario per la società intera, per costruire un futuro di giustizia e pace”.
Secondo il gesuita, vincitore di numerosi premi e insignito della Legione d’onore (la più alta onorificenza civile di Francia) nel 2006, il messaggio per la pace di quest’anno è “importante” e “urgente”. Da un lato, spiega, “riconosce la realtà del mondo in cui viviamo, priva di giustizia e bisognosa di pace; al tempo stesso, sottolinea la sua fiducia nei giovani, affinché tutti possano vivere in un mondo più umano, giusto e pacifico”.
I giovani, sottolinea p. Prakash, “sono attenti a molte cose. Vogliono ricevere un’educazione che li prepari ad affrontare il mondo reale. Vedono quanto è difficile trovare un lavoro stabile e crearsi una famiglia. Cercano di capire come poter contribuire alla vita politica, culturale ed economica, per costruire una società dal volto più umano e fraterno”.
Nel suo messaggio per la pace, Benedetto XVI si è rivolto anche a chi si occupa dell’educazione dei più giovani: dai genitori, agli insegnanti, ai leader spirituali e politici. “Prestare attenzione alle loro preoccupazioni – afferma il sacerdote citando il documento del papa –, ascoltarli e valorizzarli rappresenta un compito primario per la società intera, per costruire un futuro di giustizia e pace”.
Secondo il gesuita, vincitore di numerosi premi e insignito della Legione d’onore (la più alta onorificenza civile di Francia) nel 2006, il messaggio per la pace di quest’anno è “importante” e “urgente”. Da un lato, spiega, “riconosce la realtà del mondo in cui viviamo, priva di giustizia e bisognosa di pace; al tempo stesso, sottolinea la sua fiducia nei giovani, affinché tutti possano vivere in un mondo più umano, giusto e pacifico”.
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