India: attaccato un convento, suore sequestrate per una notte
Bhiwadi (AsiaNews) Il convento delle suore francescane di 'Nostra Signora delle Grazie' a Bhiwadi, nel Rajasthan, è stato nuovamente attaccato: 3 uomini armati hanno sequestrato per una notte le religiose che si trovavano all'interno dell'edificio. L'episodio si aggiunge ad altre 2 violenze contro delle religiose nello stato del Bihar dove, il 9 giugno, sono stati assaliti 2 conventi.
Sr. Deepti, la madre Superiora del convento di 'Nostra Signora delle Grazie', ha raccontato ad AsiaNews come sono andate le cose: "La notte dell'11 giugno, intorno all'1 di notte, stavo dormendo quando ho sentito un forte suono. Mi sono svegliata e sono andata a bussare alla porta di fianco alla mia per svegliare le altre suore che dormivano nel convento. Ho provato ad accendere la luce, ma non vi era elettricità: ho capito che qualcosa non andava ed ho preso il telefono, ma era muto". Le suore scopriranno solo il giorno dopo che i cavi erano stati tagliati dai 3 assalitori.
"Insieme alle mie consorelle mi sono recata alla porta principale continua la suora - perché pensavamo che a fare rumore fosse qualcuno che aveva bisogno di aiuto". Nel buio assoluto, però, le suore non vedono nulla ma dopo pochi minuti si fanno avanti 3 uomini con il volto coperto ed armati di coltelli. "Mi hanno colpito ad una spalla e ad una gamba dice sr. Deepti - ed ho iniziato ad urlare per la paura ed il dolore, ma nessuno mi ha sentito: i nostri vicini sono tutti via per le vacanze".
I 3 assalitori chiedono alle suore di consegnare immediatamente 100 mila rupie indiane circa 1.900 euro - ed urlano "siete suore, siete ricche e piene di donazioni"; i 3 iniziano ad agitare i coltelli davanti alle religiose per spaventarle. "Sono andata alla cassaforte continua suor Deepti ed ho dato loro 7 mila rupie, tutto quello che c'era. Questo li ha fatti arrabbiare ancora di più". Gli uomini iniziano a distruggere tutto ciò che trovano per cercare altri soldi e, dopo circa un'ora, trovano altre mille rupie nascoste. La scoperta "li ha fatti infuriare. Hanno minacciato di far male alla ragazza che ci aiuta in cucina, e di venderla se avessimo continuato con le bugie sul denaro". "Questo incubo continua la religiosa è durato circa 3 ore. Dopo ci hanno legato mani e piedi ed hanno tappato le nostre bocche con del nastro per impedirci di chiedere aiuto. Si sono messi a mangiare e bere ma, verso le 4 del mattino, se ne sono finalmente andati".
La mattina del 12 il parroco della chiesa locale nota l'assenza delle suore alla messa e manda il sacrestano al convento per capire cosa sia successo. L'uomo trova il cancello sbarrato dagli assalitori dopo la fuga, scavalca il cancello ed entra da una finestra nell'edificio, dove finalmente libera le religiose. Il parroco avvertito dal suo collaboratore accorre subito e porta con sé la polizia che raccoglie la denuncia delle suore.
Sr. Deepti, però, è molto preoccupata perché - come spiega ad AsiaNews - "non è la prima volta che veniamo attaccate. Già il 5 giugno la nostra cappella è stata saccheggiata ed il nostro tabernacolo rubato. Questa è una dissacrazione seria, non un semplice furto. Mons. Ignatius Mendez, vescovo di Ajmer-Jaipur, ha promesso di investigare perché la polizia, anche se informata di tutto, non ha effettuato alcun arresto. Noi abbiamo bisogno di protezione perché questo, oltre ad essere un grave attacco contro i cristiani, è una violenza contro le donne".
Gli attacchi del 9 giugno sono stati condotti invece contro il convento delle Suore della Carità di Nazareth a Sokho, nella diocesi di Bhagalpur e nel convento di Notre Dame, nella diocesi di Bettiah, dove le religiose sono state aggredite da una banda di quindici uomini ed una delle due, suor Manjula, è stata poi ricoverata per le gravi lesioni riportate.
John Dayal, presidente dell'All India Christian Union, ha detto ad AsiaNews: "Facciamo distinzione fra crimini comuni e crimini commessi contro i religiosi. In India i luoghi religiosi sono di norma tabù e nessuno si sognerebbe di compiere del male alle persone che vi operano all'interno. Nessuno tocca moschee o templi, ma i conventi e le chiese sono sempre di più prese di mira. Siamo molto preoccupati: il governo centrale deve fare qualcosa, avvertire i governi locali della necessità di darci protezione. L'India deve dare segnali positivi alle minoranze religiose".