India: Secondo il governo centrale l’Enrica Lexie era in acque internazionali
Kochi (AsiaNews) - La petroliera italiana Enrica Lexie non era in acque territoriali al momento dell'incidente in cui sono morti due pescatori indiani. È quanto sostiene il governo centrale dell'India in una nota presentata oggi alla Corte suprema del Paese, e che Vincent Panikulangara, avvocato dell'Alta corte del Kerala e della Corte suprema, conferma ad AsiaNews. Nella nota, il governo centrale sottolinea che la polizia del Kerala non aveva alcuna autorità per fermare la petroliera italiana, né di condurre indagini riguardo l'incidente. Oomen Chandy, chief minister dello Stato del Kerala, ha replicato: "Abbiamo preso ogni decisione dopo aver consultato il governo centrale. L'incidente è avvenuto dentro le acque indiane. Abbiamo tutti i diritti di procedere".
"L'intera vicenda - spiega ad AsiaNews l'avvocato - dipende da un solo fattore: il luogo di ritrovamento, ovvero dove era la nave quando i pescatori sono stati uccisi. Se la Corte suprema accetterà questa posizione proposta dal governo centrale, i marò potrebbero non dover affrontare un processo secondo la nostra legge. Ma questo sarà chiaro solo più avanti".
Intanto, questa mattina le autorità italiane hanno raggiunto un accordo economico extragiudiziario con i familiari delle vittime. L'Italia pagherà un risarcimento di 10 milioni di rupie (circa 145mila euro) ciascuno. Panikulangara chiarisce: "Questo accordo economico non è una mossa 'giusta' o 'dovuta', ma fa parte di un processo legale. Solo le cause civili intentate dal parente più prossimo del defunto, come è avvenuto in questo caso, possono essere risolte in via extragiudiziale". (GM)