India in collera: gli sponsor delle Olimpiadi sono i colpevoli del disastro di Bhopal
di Nirmala Carvalho
Governo indiano e ong chiedono la cancellazione del contratto perché viola il codice etico dei Giochi olimpici. La Dow Chemicals, attuale proprietaria degli impianti che nel 1984 hanno provocato la morte per avvelenamento di 20mila persone, rigetta le accuse perché ha rilevato gli stabilimenti solo nel 2001.
Mumbai (AsiaNews) – Cresce la collera in India alla notizia che la Dow Chemicals, la più grande industria di plastica al mondo legata al devastante disastro di Bhopal (Madhya Pradesh), sponsorizzerà le Olimpiadi di Londra 2012. La multinazionale è infatti l’attuale proprietaria dell’impianto chimico responsabile, nel 1984, dell'incidente che ha causato la morte di almeno 20mila persone, e ancora oggi ha effetti sulla popolazione.
La Dow Chemicals rigetta le accuse, ricordando di aver acquistato gli ex stabilimenti della Union Carbide nel 2001. Tuttavia, per la Rachna Dhingra, un’ong di Bhopal, la multinazionale non avrebbe fatto abbastanza per le vittime della tragedia. Secondo dati dell’associazione, migliaia di tonnellate di rifiuti tossici si trovano ancora nel territorio, continuando a causare la morte delle persone del luogo e casi di disabilità.
La Rachna Dhingra ritiene che accettare il finanziamento della Dow Chemicals violi il codice etico delle Olimpiadi, perché rappresenterebbe una discriminazione nei confronti del popolo indiano. Per questo, l’ong ha annunciato il lancio di una petizione su scala mondiale – sponsorizzata dallo Indian Olympics Committee – per chiedere la cancellazione dei contratti.
Nishant A. Irudayadason, che insegna Filosofia morale e politica all’università Jnana-Deepa Vidyapeeth di Pune, sottolinea: “Non sappiamo se la richiesta dell’India avrà una qualche validità. Di certo, porterà a galla una tragedia a lungo dimenticata, le cui vittime hanno bisogno di giustizia e misericordia. La Dow Chemicals potrebbe anche pubblicizzare i Giochi, manifestando la sua preoccupazione per le vittime della tragedia”.
Provocato da una fuga di 40 tonnellate di isocianato di metile (cianuro) dallo stabilimento di pesticidi della Union Carbide, il disastro di Bhopal è considerato una delle tragedie ambientali più gravi della storia. Almeno 3.500 persone sono morte nelle prime ore dall’incidente e altre 20mila nei mesi successivi. I disabili permanenti supererebbero i 150mila. Ancora oggi, gli ospedali della zona accolgono circa 6mila persone al giorno con problemi respiratori, motori e cerebrali legati alla contaminazione del territorio. Tuttavia, il governo del Madhya Pradesh considera l’area fuori pericolo.
La Dow Chemicals rigetta le accuse, ricordando di aver acquistato gli ex stabilimenti della Union Carbide nel 2001. Tuttavia, per la Rachna Dhingra, un’ong di Bhopal, la multinazionale non avrebbe fatto abbastanza per le vittime della tragedia. Secondo dati dell’associazione, migliaia di tonnellate di rifiuti tossici si trovano ancora nel territorio, continuando a causare la morte delle persone del luogo e casi di disabilità.
La Rachna Dhingra ritiene che accettare il finanziamento della Dow Chemicals violi il codice etico delle Olimpiadi, perché rappresenterebbe una discriminazione nei confronti del popolo indiano. Per questo, l’ong ha annunciato il lancio di una petizione su scala mondiale – sponsorizzata dallo Indian Olympics Committee – per chiedere la cancellazione dei contratti.
Nishant A. Irudayadason, che insegna Filosofia morale e politica all’università Jnana-Deepa Vidyapeeth di Pune, sottolinea: “Non sappiamo se la richiesta dell’India avrà una qualche validità. Di certo, porterà a galla una tragedia a lungo dimenticata, le cui vittime hanno bisogno di giustizia e misericordia. La Dow Chemicals potrebbe anche pubblicizzare i Giochi, manifestando la sua preoccupazione per le vittime della tragedia”.
Provocato da una fuga di 40 tonnellate di isocianato di metile (cianuro) dallo stabilimento di pesticidi della Union Carbide, il disastro di Bhopal è considerato una delle tragedie ambientali più gravi della storia. Almeno 3.500 persone sono morte nelle prime ore dall’incidente e altre 20mila nei mesi successivi. I disabili permanenti supererebbero i 150mila. Ancora oggi, gli ospedali della zona accolgono circa 6mila persone al giorno con problemi respiratori, motori e cerebrali legati alla contaminazione del territorio. Tuttavia, il governo del Madhya Pradesh considera l’area fuori pericolo.
Vedi anche