India, torna dopo 13 anni il Consiglio Nazionale dell'Integrazione
Alla presenza di Manmohan Singh e Sonia Gandhi l'arcivescovo di New Delhi difende con forza la causa dei dalit cristiani. I valori del Vangelo e l'estremismo del Gujarat.
New Delhi (AsiaNews) La violenza operata nei singoli Stati della Federazione indiana, l'intolleranza e l'estremismo di alcune frange politiche e il poco interesse dimostrato dal governo centrale sono le più grandi minacce ad una vera integrazione nazionale in India. E' questo il senso del discorso pronunciato ieri da mons. Vincent Conçessao, arcivescovo di New Delhi, durante il Consiglio Nazionale per l'Integrazione. Il Consiglio è un organo multi-partitico voluto da Nehru e concepito come luogo di incontro e discussione per la costruzione di uno Stato realmente democratico.
Nella seduta di ieri, la prima dal 1992, è stato presentato un documento congiunto da parte della minoranza cristiana che chiede parità di diritti per i dalit (fuori casta) cristiani e la cessione immediata delle violenze etniche e religiose. All'incontro erano presenti: il Primo ministro indiano, Manmohan Singh; Sonia Gandhi; i segretari di tutti i partiti nazionali e regionali; 12 premier di Stati della Federazione indiana e 12 ministri del governo centrale.
Il documento congiunto è firmato da mons. Vincent Conçessao, arcivescovo di New Delhi, John Dayal, leader degli attivisti per i diritti della minoranza cristiana e dal reverendo Valson Thampu. Il presule ha letto al Consiglio il documento, in cui si enfatizza il ruolo del Consiglio come garante contro le violenze operate nei singoli stati della Federazione. "La violenza regionale si legge nel testo è una delle più grandi minacce all'integrazione nazionale. Lo Stato non può abdicare le sue responsabilità e lasciare che la popolazione rimanga turbata dai casi di violenza: questo porta a perdere fiducia nel ruolo della legge".
In un'intervista concessa ad AsiaNews mons. Conçessao dice: "Sono molto soddisfatto della riunione. I casi che abbiamo presentato e la situazione dei dalit cristiani è stata ben compresa da molti partiti politici. I membri del Consiglio hanno capito che il problema principale dei dalit è quello di sentirsi alienati dal resto della comunità a causa di una seria distanza politica e di sviluppo". La comprensione della situazione dei fuori casta cristiana "è preservata. Se il governo federale vuole davvero portare avanti la sua politica di 'giustizia per tutti' allora la questione dei dalit deve essere risolta. Erano tutti d'accordo tranne i membri dei partiti di destra [estremisti indù ndr] che sono ottenebrati da secoli di discriminazione".
Alla riunione era presente anche Narendra Modi, primo ministro dello stato del Gujarat, soprannominato 'Hitler' a causa delle violenze etniche e religiose che avvengono nel suo stato. Nel Gujarat, in un anno, sono stati uccisi circa 2 mila musulmani e non si contano i casi di violenza e discriminazione operati contro la minoranza cristiana. "Non solo io dice il presule ma tutti i presenti si sentivano a disagio durante il discorso pronunciato da Modi. Ha elogiato il suo stato definendolo 'stato modello' o 'stato di comune armonia' ed ha proposto di tenere la prossima riunione del Consiglio lì. Vi era tuttavia una sensazione diffusa di una proposta falsa, un bluff". Modi, un integralista, "si è reso conto dell'accoglienza ostile che tutti hanno riservato al suo discorso, tanto che una volta finito di parlare è sparito immediatamente, senza dare a nessuno la possibilità di confrontarsi con lui".
Mons. Conçessao dice di aver presentato al Consiglio 'una prospettiva cristiana di integrazione nazionale, basata sui valori espressi dal Vangelo di verità, giustizia ed amore così come sui doveri del cittadino di uno Stato che sia realmente democratico, come sognato dai riformatori sociali e dai Padri costituenti". Il prelato ha sottolineato che "la comunità cristiana è alleata del governo in tutti i possibili sforzi mirati alla riconciliazione, giustizia ed infine pace".08/11/2018 12:29