10/10/2012, 00.00
INDIA
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India, per aborti selettivi e infanticidi “scomparse” 3 milioni di bambine

di Nirmala Carvalho
Lo rivela uno studio del Centro statistico del Paese, riferendosi al 2011. Domani tutto il mondo celebra la Giornata internazionale della bambina. Medico membro della Pontificia accademia per la vita: “Governo, società civile e famiglie devono sradicare la discriminazione contro le bambine, diffusa grazie a una cultura patriarcale”. Il Maharashtra vuole far passare gli aborti selettivi sotto il reato di omicidio.

Mumbai (AsiaNews) - Sono circa 3 milioni le bambine indiane "scomparse" nel nulla nel 2011. Lo dimostra lo studio "Children in India 2012: A Statistical Appraisal", pubblicato ieri dal Centro statistico del Paese. Secondo la ricerca, nello stesso arco di tempo "solo" 2 milioni di bambini sono spariti. L'indagine rivela anche che oggi vi sono in media 48 bambine in meno ogni 1000 maschi, rispetto alle cifre del 1981. Alla vigilia della Giornata internazionale della bambina, per il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita, questi dati "confermano che l'India ha perso 3 milioni di bambine per colpa dell'infanticidio femminile".

"La forte influenza patriarcale - nota il medico di Mumbai - trova il suo consenso nella religione, nella cultura e nella tradizione dell'India. Essa rafforza questa radicata discriminazione nei confronti delle bambine. Il feticidio femminile significa abortire solo perché si aspetta una femmina. E nonostante nel Paese la determinazione del sesso sia illegale, tale pratica è in crescita".

Secondo il dr. Carvalho, il fenomeno degli aborti selettivi e degli infanticidi femminili "dipendono in gran parte da una 'cultura della morte' diffusa nella società indiana". Da parte sua, aggiunge, "la Chiesa cattolica ha sempre proclamato non solo una cultura della vita, ma anche il diritto alla vita, all'istruzione, alla salute e allo sviluppo di bambine e donne". La Chiesa alle bambine dedica la giornata dell'8 settembre.

Oltre alle conseguenze sul breve periodo - come la scomparsa di 3 milioni di bambine - tali pratiche avranno ripercussioni a lungo termine. "I demografi - spiega il medico - avvertono che tra 20 anni non ci saranno abbastanza spose, ed è inoltre previsto un generale calo della fertilità. Alla luce di questo, governo, società civile e famiglia devono lavorare a stretto contatto per fermare questo malessere sociale".

Nel 1994 il governo ha promulgato il Pre-Natal Diagnostic Technologies (Pndt) act, che rende illegale l'uso di particolari esami per determinare il sesso del feto. In base alla legge, i medici devono presentare una lista delle pazienti su cui, per ragioni di pura salute, hanno condotto tali test. Chi viola il decreto può scontare una pena fino a tre anni di prigione e il pagamento di una multa di 10mila rupie (circa 146 euro).

Tuttavia, il Pndt non ha frenato la diffusione di feticidi e infanticidi femminili. Per questo, di recente il Maharashtra ha chiesto al governo centrale di abolire la legge, affinché gli aborti selettivi passino sotto il reato di omicidio e puniti in base all'art. 302 del Codice penale indiano, che prevede l'ergastolo o la pena di morte. Nella lettera ufficiale, le autorità dello Stato definiscono la propria richiesta l'unico modo efficace "se si vuole fermare davvero questo tipo di crimine contro l'umanità".

In Haryana, il Dipartimento per la salute ha annunciato che tutte le donne incinte che devono eseguire ultrasuoni, dovranno presentare una fotocopia del loro documento d'identità. Sarà responsabilità dei radiologi richiedere tale fotocopia.

 

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