04/11/2005, 00.00
INDIA
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India, nel 2005 oltre 200 casi di violenze anti-cristiane

di Nirmala Carvalho

La denuncia dell'All India Catholic Union: situazione grave negli stati guidati dal fondamentalista Bjp; il governo aiuti a garantire istruzione e lavoro ai giovani cristiani.

Mumbai (AsiaNews) – Oltre 200, quest'anno, i casi registrati di attacchi contro i cristiani in India. La denuncia è dell'All India Catholic Union (Aicu), che, comunicando i dati al governo. chiede più garanzie e giustizia per i cristiani nel Paese. Le violenze sono concentrate in quegli Stati dove è al poter il Bharatiya Janata Party (Bjp), che porta avanti una dura politica fondamentalista. Le cifre del 2005 si avvicinano a quelle toccate nel periodo in cui il Bjp guidava il governo centrale.

Lo scorso 2 novembre il presidente dell'Aicu John Dayal ha inviato una lettera al primo ministro Manmohan Singh. Nella missiva si ricorda di aver scritto al premier "più volte riguardo alla situazione in Rajasthan, Madhya Pradesh e Gujarat dove la macchina statale è macchiata di violenza". Secondo quanto scritto, la politica del Bjp "sembra volta a ostacolare l'impegno della comunità cristiana per la sua campagna per la parità di diritti dei dalit (fuori casta) cristiani".

Nella lettera l'attivista informa il governo che "l'Aicu monitora costantemente gli attacchi ai cristiani nel Paese". Ogni anno, tra novembre e dicembre, Dayal pubblica un libro bianco non ufficiale sulle violenze ai cristiani; l'attivista chiede che il governo faccia lo stesso con un documento ufficiale sulle condizioni di minoranze, tribali e dalit.

Finora sia il governo attuale del Congress Party che il precedente del Bjp non hanno fatto niente di simile: "In entrambi i casi la Commissione nazionale per le minoranze non ha fatto alcuna inchiesta effettiva". La proposta dei cristiani è che New Delhi eserciti "maggiore controllo e pressione sui governi dei vari Stati dell'unione  per assicurare la protezione delle comunità e delle chiese e arrestare i responsabili degli attacchi".

La lettera, firmata anche da altri leader cattolici indiani, si sofferma sulla "vulnerabile" condizione del Rajasthan. Qui il Sangh Parivar (organismo politico-religioso composto da fondamentalisti nazionalisti) ha minacciato di "liberare dai cristiani" un intero distretto a Udaipur. Su questa scia le minacce si sono estese al Madhya Pradesh; il governo locale non ha indagato sulle violenze, ma ha annunciato di voler introdurre una legge anti-conversione.

Oltre alla denuncia dei crescenti attacchi, la missiva rinnova la richiesta al governo di "aiutare la comunità cristiana dal punto di vista economico, affrontando il problema dell'occupazione e dell'istruzione giovanili". I dalit cristiani sono per la maggior parte contadini senza terra; in India centrale l'educazione è ancora privilegio dei ricchi spesso negata alle donne tribali cristiane.
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