04/07/2005, 00.00
INDIA
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India, la pastorale tra povertà e fondamentalismo indù

di Nirmala Carvalho

Primo vescovo nella nuova diocesi di Gulbarga: impegno per lo sviluppo e la convivenza; "Musulmani e indù apprezzano il lavoro dei missionari cristiani, ma gruppi di estrema destra alimentano le violenze".

Gulbarga (AsiaNews) – Povertà, fondamentalismo indù e dilagante sentimento anti-cristiano saranno tra le sfide più difficili del primo vescovo di Gulbarga, nuova diocesi della Chiesa cattolica nello Stato del Karnataka, sudovest dell'India. In un'intervista ad AsiaNews mons. Robert Mirando, che si insedierà ufficialmente il prossimo 18 agosto, racconta gli obiettivi della sua missione in una zona dove i cristiani vivono sotto al soglia della povertà e minacciati dal fondamentalismo della destra indù.

Per prima cosa il nuovo vescovo si impegna a "seguire la vita umile e semplice di Gesù", poi ha intenzione di "dedicare la diocesi allo Spirito Santo, affinché guidi clero, religiosi e laici nel loro lavoro e nella vita spirituale". "La diocesi – spiega – comprende un'area molto vasta; qui i cristiani sono molto poveri e emarginati, dal punto di vista sociale sono all'ultimo gradino del sistema della caste".

Due i pericoli più grandi che minacciano i cristiani di Gulbarga: "Il primo è la proliferazione di sette evangeliche e il secondo l'ondata anticristiana promossa dall'ala di estrema destra, che ha portato a un'escalation di violenze contro i cristiani e le loro attività". Il prelato sottolinea però che questo atteggiamento è circoscritto alle frange di fanatici indù: "Il sacrificio e il lavoro dei missionari cristiani è apprezzato e rispettato anche dai membri della comunità musulmana e indù: offriamo servizi sociali e educazione a tutti, senza distinzioni di casta o religione".

Per affrontare le sfide poste da questa difficile missione il nuovo vescovo ha intenzione di creare una struttura istituzionale all'interno della diocesi, che lavori per il dialogo, la collaborazione e l'evangelizzazione.

Mons. Miranda, è stato vicario episcopale a Bidar, missione all'interno dell'arcidiocesi di Hyderabad, ma amministrata dalla diocesi di Mangalore. È nato a Kirem, distretto di Mangalore nel 1952; viene ordinato prete nel 1978. Il nuovo vescovo è molto apprezzato per il suo lavoro pastorale; durante la sua permanenza a Bidar è riuscito a rendere questa missione molto vitale. "Ho lavorato a Bidar per gli ultimi 10 anni – racconta il prelato – e il da fare era molto: avevamo stabilito una fitta rete di programmi sociali, ma non erano mai sufficienti, qui la gente vive sotto la soglia della povertà…sono per la maggior parte lavoratori stagionali nullatenenti; appena il 10%-15% dei cristiani ha ottenuto della terra, ma è servito a poco in quanto questa è molto arida e la zona soggetta a siccità, così il ciclo della povertà continua".

Quella di Gulbarga è la 150esima diocesi cattolica dell'India, la 120esima di rito latino. Il Vaticano ne ha annunciato la creazione il 24 giugno scorso; comprende territori dell'arcidiocesi di Hyderabad e della diocesi di Bellary e Belgaum e rientrerà nell'arcidiocesi di Bangalore; conta 6.425 fedeli su 7 milioni di abitanti, ha 16 parrocchie, 29 sacerdoti e 110 religiosi.

Nel Paese esistono altre 2 riti quello siro-malabarese, che conta 25 diocesi e quello siro-malankarese con altre 5 diocesi.

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