India, il governo condanna 100 medici per aborti selettivi e feticidi femminili
Mumbai (AsiaNews) - Il governo centrale dell'India ha identificato 100 medici che saranno condannati per aver condotto aborti selettivi e feticidi femminili in tutto il Paese. L'indagine è partita dal ministero per la Salute, che attraverso l'Associazione medica nazionale ha individuato i trasgressori del Pre-conception & Pre-Natal Diagnostic Techniques Act 1994, legge che rende illegale l'uso di particolari esami per determinare il sesso del feto. In base al decreto, gli indagati rischiano dai 6 mesi ai 5 anni di carcere, oltre a una multa e la sospensione (o cancellazione) della licenza.
Ad AsiaNews il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita, considera "positiva" la mossa del ministero per la Salute, perché "usare forti deterrenti può aiutare a prevenire simili forme di discriminazione e a punire i colpevoli".
Il medico ricorda lo studio Children in India 2012: A Statistical Appraisal, pubblicato dal Centro statistico nazionale, secondo il quale almeno 3 milioni di bambine sono scomparsi nel 2011 a causa di aborti selettivi e infanticidi femminili. "Questa perdita - nota - avrà conseguenze morali, sociali ed economiche molto negative. Anche la scelta del sesso [del nascituro] è espressione di mancanza di rispetto verso le donne, e una delle cause dell'aumento dei crimini contro di esse".
Purtroppo, sottolinea, "in India c'è questa preferenza culturale verso il figlio maschio, in molti casi legata a ragioni economiche". Per tradizione infatti, una ragazza deve essere istruita e data in moglie, ma può trovare marito solo fornendo una dote consistente (in denaro, gioielli e beni materiali di vario tipo). Anche da sposata una donna non sarà rispettata finché non dà alla luce un bambino. Inoltre, in alcune province dell'India vi è ancora l'usanza del sati, il rogo della vedova sulla pira funebre del marito defunto. Secondo la tradizione indù, un rituale volontario che attesta la devozione verso il consorte; in realtà, un modo per liberarsi del "peso" economico di una donna rimasta sola.
Anche una diffusa "cultura della morte", sottolinea il dr. Carvalho, "è causa di aborti selettivi e infanticidi femminili. La Chiesa cattolica invece si impegna a promuovere una cultura della vita attraverso il proprio ministero dell'educazione e della salute. In questo modo è possibile proteggere la vita e la dignità delle bambine, e creare un contesto che difenda, valorizzi e incoraggi le giovani donne, oltre a opporsi alle tante forme di discriminazione e violazione dei loro diritti".
Al contrario di quanto si possa pensare, aborti selettivi e feticidi femminili sono diffusi anche tra le famiglie di ceto medio-alto. "Secondo un recente studio intitolato Skewed Sex Rations in India: Physician, Heal Thyself - spiega il dr. Carvalho -, in India le famiglie di medici hanno più figli maschi che femmine".