India, il governo Modi contro le scuole occidentali: Meglio quelle indù
Mumbai (AsiaNews) - Il modello scolastico "occidentale", portato dagli inglesi durante il periodo coloniale, "ha inferto un duro colpo ai valori e alla cultura dell'India". Così Rajnath Singh, ministro degli Interni del governo centrale, ha parlato ieri alle celebrazioni per il centenario della Chopsani School a Jodhpur. Sarebbe colpa degli ex "dominatori", ha aggiunto il politico, se oggi l'istruzione indiana non consegue il suo principale obiettivo: lo "sviluppo completo della personalità". Al contrario, "solo l'impareggiabile cultura indiana e il suo modello di valori così ricco e olistico" sono in grado di raggiungere tale traguardo.
Le dichiarazioni del Ministro rimprendono, in qualche modo, uno degli impegni presi in campagna elettorale dall'attuale premier Narendra Modi. Il leader del Bharatiya Janata Party (Bjp), partito nazionalista indù ora al governo, ha promesso di applicare il "modello Gujarat" a livello nazionale. Nelle sue parole, tanti hanno visto solo l'intento di rendere l'economia più dinamica e aperta alle imprese.
Tuttavia, questo modello riguarda anche altri aspetti, tra cui quello educativo. Nello Stato che Modi ha guidato per oltre 10 anni, le scuole governative devono inserire nei loro programmi numerosi libri di testo scritti da Dinanath Batra, un intellettuale che ha dedicato la sua vita a rielaborare la storia dell'India attraverso il prisma dell'hindutva, ideologia nazionalista e radicale indù. Nelle sue opere, per esempio, egli istruisce gli studenti a disegnare una mappa di "Akhand Bharat", la grande India, i cui confini includono anche Bangladesh, Sri Lanka, Tibet, Nepal, Pakistan e Afghanistan.
Batra è anche, tra l'altro, colui che ha causato il ritiro dal mercato indiano di un libro di Wendy Doniger, indologa statunitense, ritenuto "offensivo" per l'induismo.
Contattato da AsiaNews, mons. Percival Fernandez, ex segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), mette in guardia dai "pericoli della distorsione della storia per le menti impressionabili dei più giovani". Anzitutto, spiega, "la storia riguarda fatti, e i fatti non devono essere mai distorti, perché non possono più essere cambiati. Ogni libro 'di parte' non dovrebbe mai entrare negli istituti educativi, che hanno lo scopo di aiutare lo sviluppo delle menti, non a distorcerle".