India, approvata la legge contro il traffico di organi umani
di Nirmala Carvalho
Per chi è coinvolto nel commercio e nei trapianti illegali prigione da 5 a 10 anni e pagamento di una multa da 2 milioni di rupie fino a 10 milioni di rupie. Aperta la donazione anche al di fuori del nucleo familiare. Dr. Pascoal Carvalho, della Pontificia accademia per la vita: “L’India aveva bisogno di leggi più dure, per aiutare i malati e salvare i poveri dallo sfruttamento”.
Mumbai (AsiaNews) – Il Rajya Sabha (Consiglio degli Stati), la Camera alta del parlamento indiano, ha approvato una modifica alla legge sui trapianti (Transplantation of Human Organs Bill), per combattere il traffico illegale di organi umani e aiutare le migliaia di persone in attesa un trapianto. Soddisfatto il dr. Pascoal Carvalho, della Pontificia accademia per la Vita: “In India esiste un florido commercio di organi umani, basato sullo sfruttamento delle classi più deboli della società: il Paese aveva urgente bisogno di leggi più severe sui trapianti”. La modifica, già passata al Lok Sabha (Casa del popolo) – la Camera bassa del parlamento – è stata approvata lo scorso 26 agosto.
La Transplantation of Human Organs Bill prevede pene più dure per chi è coinvolto nel traffico e nei trapianti illegali di organi o tessuti umani: un minimo di 5 anni di detenzione fino a un massimo di 10 anni; il pagamento di una multa che parte da 2 milioni di rupie (circa 30mila euro), fino a 10 milioni di rupie (circa 150mila euro). Inoltre, la nuova legge regola la donazione al di fuori del nucleo familiare: adesso anche nonni e nipoti saranno possibili donatori. Una nota ribadisce che organi e tessuti di persone affette da malattie mentali non potranno essere rimossi prima della loro morte.
“Di recente l’India – spiega il dr. Carvalho – è stata teatro di un costante traffico “turistico” di cercatori di organi, provenienti dall’Asia occidentale e dall’Europa. La maggior parte dei pazienti sottoposti a trapianti appartengono alle classi medio-alte della società e hanno i soldi per alimentare la rete di contatti tra agenti del traffico illegale e operatori sanitari. I profitti che ne derivano sono enormi, perché la maggior parte dei donatori sono poveri, analfabeti, spinti da persone senza scrupoli a sacrificare la propria vita in cambio di denaro per le famiglie”.
In India il traffico illegale riguarda soprattutto fegato, reni, pancreas e cornea. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in tutto il mondo ogni anno almeno 65mila bambini sono coinvolti in questo giro d’affari. Un fegato può essere pagato 75mila rupie (circa mille euro) ai donatori, ma rivenduto anche e 400mila rupie (circa 6mila euro).
“Come nel resto del mondo – prosegue il medico –, la domanda di organi è superiore all’effettiva disponibilità. Ogni anno vengono effettuati circa 4mila trapianti di reni, ma almeno 8mila persone si aggiungono alle liste d’attesa”. Per questo, secondo il dr. Carvalho – anche membro del Comitato diocesano per la vita umana – la nuova legge è importante: “Nella sua enciclica Evangelium Vitae, Giovanni Paolo II diceva che un modo di coltivare ‘un’autentica cultura della vita’ è ‘la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza’”.
Ora che la legge è stata approvata, le banche degli organi dovranno registrarsi, previa approvazione dell’autorità competente che valuterà se l’istituto dispone di servizi, strutture e mezzi specializzati. Le banche che non soddisferanno gli standard richiesti non potranno avviare alcuna attività di ricovero, monitoraggio, analisi, reperimento di tessuti e impianto.
La Transplantation of Human Organs Bill prevede pene più dure per chi è coinvolto nel traffico e nei trapianti illegali di organi o tessuti umani: un minimo di 5 anni di detenzione fino a un massimo di 10 anni; il pagamento di una multa che parte da 2 milioni di rupie (circa 30mila euro), fino a 10 milioni di rupie (circa 150mila euro). Inoltre, la nuova legge regola la donazione al di fuori del nucleo familiare: adesso anche nonni e nipoti saranno possibili donatori. Una nota ribadisce che organi e tessuti di persone affette da malattie mentali non potranno essere rimossi prima della loro morte.
“Di recente l’India – spiega il dr. Carvalho – è stata teatro di un costante traffico “turistico” di cercatori di organi, provenienti dall’Asia occidentale e dall’Europa. La maggior parte dei pazienti sottoposti a trapianti appartengono alle classi medio-alte della società e hanno i soldi per alimentare la rete di contatti tra agenti del traffico illegale e operatori sanitari. I profitti che ne derivano sono enormi, perché la maggior parte dei donatori sono poveri, analfabeti, spinti da persone senza scrupoli a sacrificare la propria vita in cambio di denaro per le famiglie”.
In India il traffico illegale riguarda soprattutto fegato, reni, pancreas e cornea. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in tutto il mondo ogni anno almeno 65mila bambini sono coinvolti in questo giro d’affari. Un fegato può essere pagato 75mila rupie (circa mille euro) ai donatori, ma rivenduto anche e 400mila rupie (circa 6mila euro).
“Come nel resto del mondo – prosegue il medico –, la domanda di organi è superiore all’effettiva disponibilità. Ogni anno vengono effettuati circa 4mila trapianti di reni, ma almeno 8mila persone si aggiungono alle liste d’attesa”. Per questo, secondo il dr. Carvalho – anche membro del Comitato diocesano per la vita umana – la nuova legge è importante: “Nella sua enciclica Evangelium Vitae, Giovanni Paolo II diceva che un modo di coltivare ‘un’autentica cultura della vita’ è ‘la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza’”.
Ora che la legge è stata approvata, le banche degli organi dovranno registrarsi, previa approvazione dell’autorità competente che valuterà se l’istituto dispone di servizi, strutture e mezzi specializzati. Le banche che non soddisferanno gli standard richiesti non potranno avviare alcuna attività di ricovero, monitoraggio, analisi, reperimento di tessuti e impianto.
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02/02/2016 12:09
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