India, allo studio una proposta di legge pro-eutanasia
E' la prima volta che nell'Unione indiana si considera la possibilità della "dolce morte". "La medicina dice ad AsiaNews l'ex segretario generale della Conferenza episcopale deve preservare la vita, non comminare la morte".
Mumbai (AsiaNews) Per la prima volta nella sua storia, l'India sta considerando l'adozione di una legge che depenalizzi l'eutanasia. Per la Chiesa indiana, "trattare la questione del dolore eliminando fisicamente chi soffre è una semplice evasione dei doveri morali di ogni uomo, oltre che un gravissimo errore",
Si tratta di una proposta controversa, ed al momento la linea di pensiero dominante fra i cittadini è quella di aspettare che la proposta venga spiegata da una equipe di dottori. La Commissione legale indiana incaricata di preparare il testo di legge - ha raccomandato di preparare il testo in modo che la legge difenda i pazienti con malattie terminali che in caso di rifiuto dei trattamenti medici - "non possano essere accusati di tentato suicidio".
Una delle proposte parla inoltre della necessità di "una diretta richiesta di eutanasia da parte del paziente o dei membri della sua famiglia", anche se gli stessi esperti temono "l'abuso che potrebbe essere compiuto dai familiari per fini non umanitari".
"Condannare la pratica del suicidio assistito e ribadirne con forza l'illegalità dice ad AsiaNews mons. Percival Fernandez, ex segretario generale della Conferenza episcopale indiana e dirigente del Centro bio-medico di Mumbai è il primo mezzo che abbiamo per ribadire il valore incondizionato della vita umana".
"La società intera continua deve capire l'importanza di preservare la vita il più a lungo possibile. L'impegno della scienza medica e fisica deve essere mirato a sostenere questo valore ed ogni compromesso con questo impegno porterebbe solo ad una sfiducia della popolazione nei confronti della professione medica".
"Un trattamento medico aggressivo aggiunge combinato alla somministrazione di anti-dolorifici potenzialmente mortali hanno la stessa intenzione dell'eutanasia, ovvero eliminare il dolore. Partono dal desiderio di dominare la morte e dal rifiuto di accettare una verità che ci sovrasta. Lasciamo la questione delle mani dell'unico in grado di dare la vita".
"Stiamo analizzando con cura le raccomandazioni ha detto H R Bharadwaj, ministro indiano della Giustizia e le proposte sono state inviate al ministero della Sanità per un parere tecnico".
Lo scorso anno, a Hyderabad, un uomo di 25 anni tenuto in vita grazie a delle macchine aveva chiesto l'eutanasia per poter donare i propri organi: la richiesta era stata respinta, ma il caso ha aperto una breccia nell'opinione pubblica indiana.