India, Russia e Cina discutono di terrorismo, energia e politica
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Oggi a New Delhi si incontrano i ministri degli Esteri di India, Cina e Russia per discutere di terrorismo, traffico di droga, sicurezza energetica e politica internazionale (Afghanistan, Iraq, Iran, Corea del Nord).
E’ il 2° incontro, dopo quello di Vladivostok in Russia nel 2005 e dopo che per decenni i tre Stati sono stati rivali. Mikhail Kamynin, portavoce del ministro russo degli Esteri, ha osservato che “le relazioni della Russia con la Cina diventano più profonde, i rapporti India-Cina… si sono normalizzati [e] Pechino e New Delhi hanno manifestato un crescente interesse a incontri a tre con la Russia su un’ampia gamma di questioni di comune interesse”.
C. Uday Bhaskar, esperto di New Delhi, osserva che “la cooperazione energetica” è tra i principali scopi dell’incontro. La Russia vuole indirizzare anche a Oriente le sue fonti energetiche e da tempo la Cina compete con il Giappone per la creazione di un oleodotto dalla Siberia al Pacifico. L’India è affamata d’energia e per sfruttare il nucleare a fini civili (ha accordi sia con Mosca che con Washington) occorrono anni. Così, vuole creare una via per portare petrolio e gas da Russia e Iran, via Pakistan, e sa di dover competere con l’Europa. A gennaio il premier indiano Manmohan Singh ha detto, durante la visita del presidente russo Vladimir Putin, che la sicurezza energetica è “il più importante tra i nuovi campi” di cooperazione tra i due Stati, auspicando “una collaborazione di lungo termine”. Intanto il 28 gennaio il supremo leader iraniano Ali Khamenei ha proposto a Putin la creazione di un ente che riunisca i Paesi produttori di gas, simile a quello che è l’Opec per il petrolio: la Russia controllo il 27% delle riserve di gas e l’Iran il 15%. Cina e India insieme sono un mercato immenso per le fonti d’energia. A gennaio gli scambi commerciali tra India e Cina sono stati di 2,63 miliardi di dollari Usa, con un aumento del 63,3%, superando il Canada come 10° maggior partner. Nel 2006 gli scambi sino-indiani sono stati di 25,05 miliardi (+33,87%), con un surplus per la Cina di 4,11 miliardi.
Esperti si chiedono se queste consultazioni possano anche far nascere un’intesa per bilanciare l’influenza degli Stati Uniti nella regione.
A conferma dei crescenti interessi comuni, ieri Mukherjee e il ministro degli Esteri cinese Li Zhaoxing hanno discusso a New Delhi varie questioni di rilievo sia regionale che mondiale. Hanno costituito una “linea calda” tra i loro ministeri, deciso di liberalizzare i permessi di entrata e stabilito la creazione istituzionale di gruppi e occasioni di dialogo. L’India ambisce anche a un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e vuole sviluppare sia l’energia nucleare che l’esplorazione dello spazio, e gli altri due Stati possono aiutarla. (PB)
29/03/2007
03/07/2017 08:48