India, Giornata pro-vita: donna bruciata viva dal marito. Aveva partorito due bambine
Mumbai (AsiaNews) - Oltre 400 persone hanno partecipato a una manifestazione a Mumbai per celebrare la Giornata pro-vita, ieri. Organizzato dalla Commissione diocesana per la Vita umana (Diocesan Commission for Human Life, Dhlc), l'evento è iniziato con una messa, presieduta dal presidente della Dhlc mons. Agnelo Gracias. Intanto però, in un villaggio del West Bengal, una donna è stata bruciata viva dal marito. Per l'uomo e i suoi familiari, Rupali Bibi, 25 anni, era "colpevole" di aver dato alla luce due bambine e nessun maschio. Il padre della vittima ha denunciato l'omicidio alla stazione di polizia di Khargram, raccontando che da tempo i familiari dello sposo progettavano di eliminarla. Al momento, gli assassini sono in fuga, ma il sovrintendente della polizia Humayun Kabir ha assicurato che "nessuno di loro verrà risparmiato".
Un'India dai due volti, nota il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita, che "insieme ai progressi economici, vede crescere anche una cultura della morte. Per poterla contrastare, governi, leader religiosi, ong, gruppi giovanili, sindacati, istituzioni educative e media devono lavorare insieme, per promuovere una cultura della vita. È una vergogna che in città in evoluzione come quelle indiane, esistano ancora casi di feticidi e infanticidi femminili. O, come nel caso di Rupali Bibi, di una donna messa al rogo perché ha voluto dare alla luce una bambina".
Il censimento 2011, aggiunge il medico, "ha rivelato uno squilibrio scioccante tra numero di maschi e femmine, il peggiore dall'indipendenza. Questo è davvero preoccupante, e in alcuni Stati del Paese sono già visibili le conseguenze". I dati rivelano che il rapporto tra numero di nascite femminili e maschili (sex ratio) è di 940 donne ogni 1.000 uomini. Studi recenti prevedono che di questo passo, nei prossimi 20 anni l'India avrà il 20% in più di uomini rispetto alle donne.
"La Giornata pro-vita - sottolinea ad AsiaNews mons. Agnelo Gracias, presidente della Dhlc - ci spiega che è nel dare che si riceve. Pro-vita non significa espressione di sé, ma sacrificio di sé. La nostra vita è come una candela. Se accesa, brucia e scompare in fretta. Ma in questo processo, dà luce. Gesù è morto sulla croce per darci la vita. Questo è il paradosso: la vita attraverso la morte".
11/10/2019 12:13
09/04/2019 12:22