Incontri di emergenza per salvare il governo di unità nazionale
Il premier iracheno annuncia “per oggi o domani” la prima di una serie di riunioni tra i principali leader politici del Paese. Gli incontri mirano a sbloccare la paralisi dell’esecutivo, dopo la fuoriuscita di 17 ministri. Sunniti avvertono: “Baghdad rischia di finire nella mani dell’Iran”.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Tra “oggi e domani” dovrebbe svolgersi a Baghdad il primo di una serie di incontri d’emergenza tra le principali fazioni politiche irachene per discutere la crisi del “governo di unità nazionale”. Lo ha annunciato ieri il premier sciita Nouri al Maliki, il cui esecutivo è in piena paralisi: devono ancora essere rimpiazzati i 6 ministri sciiti - fedeli del radicale Moqtada al Sadr - dimessisi a giugno ed i 6 sunniti dell’Iraq Accord Front, allontanatisi il 1° agosto; solo pochi giorni fa, invece, hanno annunciato il boicottaggio delle riunioni di governo 5 ministri laici, vicini all’ex premier Iyad Allawi. “Dobbiamo cercare soluzioni ai problemi che ci troviamo ad affrontare - ha detto al Maliki - ho invitato i leader politici ad un incontro per discuterne”.
L’ultimo attacco ai tentativi di riconciliazione condotti dal governo è arrivato da Adnan al Dulaimi, leader dell’Iraq Accord Front, il più grande blocco sunnita in parlamento. In un messaggio diffuso dalla stampa internazionale, accusa il primo ministro iracheno di non riuscire a fermare le violenze settarie nel Paese e avverte del pericolo che Baghdad cada nelle mani dei “persiani”. Secondo al Dulaimi, in Iraq “è in atto un genocidio di sunniti senza precedenti operato dagli squadroni della morte sciiti, armati e finanziati dall’Iran”. Accusa mossa anche da Washington e sempre respinta da Teheran.
Il premier ha espresso “la speranza che la crisi verrà superata” sottolineando però che se non si dovesse uscire dallo stallo “ci sono altri fratelli che si sono fatti avanti e sceglieremo tra loro” i nuovi ministri. Secondo alcuni analisti, il riferimento è ai leader tribali delle regione sunnite nell’ovest del Paese, che hanno avviato una lotta contro i gruppi terroristici facenti capo ad al Qaeda.
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