Inchiesta parlamentare russa: Beslan si poteva evitare
I primi risultati dell'inchiesta del parlamento russo sulla strage accusano di errori e inadempienze le forze di sicurezza locali. A Beslan tutti sono convinti che non sapranno mai la verità.
Mosca (AsiaNews) - L'operazione per liberare gli ostaggi nella scuola di Beslan è stata piena di "errori e imperfezioni". Lo stabiliscono i primi risultati dell'inchiesta condotta da una Commissione parlamentare russa sulla strage compiuta nella cittadina dell'Ossezia del nord il 3 settembre 2004, in cui morirono 331 persone, di cui 186 bambini. Intanto ieri un'indagine del tribunale di Vladikavkaz, voluta dal presidente russo Vladimir Putin, ha scagionato le forze di sicurezza federali dall'accusa di non essere state capaci di impedire il massacro degli ostaggi.
Secondo la stampa locale, a Beslan nessuno si interessa a quest'ultima inchiesta. Gli abitanti sono infatti convinti che nessuno dirà loro tutta la verità. Ad esempio il Comitato delle Madri di Beslan non è d'accordo con le affermazioni rese pubbliche oggi secondo cui i lanciafiamme e carriarmati sarebbero stati usati dall'esercito russo solo nella fase conclusiva del blitz e non potevano provocare danni. Il Comitato è convinto invece del contrario.
Alexandr Torshin, capo della Commissione parlamentare, ha comunque dichiarato che il bagno di sangue si sarebbe potuto evitare se le forze di sicurezza locali avessero eseguito gli ordini impartiti da Mosca di rafforzare la vigilanza. "La lista delle inadempienze è molto lunga", ha aggiunto. Torshin ha spiegato che 2 settimane prima dell'assalto compiuto dal commando di terroristi ceceni, il Ministero dell'Interno russo aveva inviato dispacci ai dipartimenti di polizia dell'Ossezia del Nord, con i quali si ordinava di rafforzare la sicurezza in vista del primo giorno di scuola (1 settembre). ''Non c'erano informazioni su piani per attacchi terroristici - ha precisato il senatore - ma telegrammi di allerta il 21 e il 31 agosto". "In questi dispacci continua - in base a informazioni d'intelligence, c'era l'ordine inviato all'Ufficio dell'Ossezia del Nord dal ministero dell'Interno di rafforzare la sicurezza in tutti gli istituti scolastici per il primo settembre".
"Potevano impedire l'attacco terroristico, ma non hanno eseguito appieno gli ordini", ha aggiunto Torshin, che ha anche criticato le autorità per non aver fornito fin dall'inizio il numero esatto di ostaggi della scuola. "Il numero approssimativo degli ostaggi - ha accusato - è stato reso noto solo nel pomeriggio del 1 settembre e comunque, il giorno dopo, i funzionari continuavano a parlare di 354 ostaggi". Il numero esatto, si è poi saputo, era di 1.100 persone.
A fine novembre i risultati dell'inchiesta condotta da una Commissione parlamentare dell'Ossezia del Nord aveva denunciato gli errori delle forze di sicurezza russe nel blitz del 3 settembre.
La maggior parte degli ostaggi nella scuola N°1 di Beslan sono stati uccisi dalle esplosioni e dalla sparatoria con la quale si è concluso il dramma, durato 3 giorni. I ribelli - che chiedevano il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia - per raggiungere la scuola avevano attraversato con numerose armi una zona sotto stretta sorveglianza dagli uomini della sicurezza federale. I parenti delle vittime sono convinti che questo sia potuto avvenire solo con l'aiuto o l'indiretto consenso di funzionari corrotti.