Incendio in fabbrica uccide 7 operaie, chiuse dentro dai proprietari
Il titolare dell’azienda, arrestato, chiudeva le sue operaie nel dormitorio per non farle fuggire durante la notte. Altre 4 donne sono state ricoverate d’urgenza.
Shenzhen (AsiaNews/Agenzie) – L’incendio esploso ieri mattina all’interno di una fabbrica illegale di Gongming ha ucciso 7 operaie, chiuse all’interno per la notte dai proprietari della fabbrica che non volevano farle fuggire. Altre 4 donne sono state ricoverate d’urgenza in ospedale.
Le operaie lavoravano per una fabbrica tessile che si trova al secondo piano di un edificio nei pressi di Shenzhen. L’incendio è nato dall’incenerimento di alcuni materiali d’avanzo e si è propagato rapidamente in tutto l’edificio.
Secondo alcuni testimoni, le operaie non sono riuscite a fuggire dalle fiamme perché sia le porte che le finestre erano state chiuse dall’esterno. Persino i pompieri, chiamati sul posto, non sono riusciti ad entrare nell’edificio se non dopo 30 minuti.
Un vicino conferma che “si potevano sentire le donne piangere e gridare, ma noi non abbiamo potuto fare altro che rimanere a guardare. E’ stato straziante sentirle urlare”. Secondo un rappresentante del governo locale, nella fabbrica lavoravano a tempo pieno 16 persone: il proprietario è stato arrestato.
Non è la prima volta che la pratica barbara di chiudere gli operai all’interno di una fabbrica uccide: lo scorso anno, 13 operaie di Shantou sono morte dopo un incendio divampato all’interno del loro dormitorio. Nel 1993, sempre a Shenzhen – uno dei centri più vitali della nuova economia cinese - sono morti 87 lavoratori, chiusi all’interno di una fabbrica di giocattoli.
Secondo alcuni rappresentanti del governo centrale, serviranno ancora altri 10 anni per far uscire la Cina dalle “ombre dell’alta mortalità sui luoghi di lavoro”, che sarebbero provocate dalla “rapida industrializzazione che continua a vivere il Paese”.
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