Inaugurata la nuova diga sul fiume Nam Theun, protestano gli ambientalisti
Ventiane (AsiaNews/Agenzie) – Il Laos ha celebrato il 9 dicembre l’inaugurazione del progetto idroelettrico Nam Theun Two (Nt2), salutato come importante risorsa per aiutare la depressa economia del Paese. Ma 34 gruppi ambientalisti e personalità di 18 Paesi hanno inviato una lettera alla Banca Mondiale (Bm), cofinanziatrice del progetto, denunciando che “oltre 6200 residenti di minoranze etniche trasferiti per l’opera ancora cercano di riorganizzare il loro tenore di vita, dopo avere perso l’accesso alle loro risorse di vita” come foreste, pascoli e terre coltivabili.
La diga alta 39 metri, realizzata su un affluente sul fiume Nam Theun affluente del Mekong, produce 1.000 megawatt di energia, che per oltre il 90% è venduta alla Thailandia. Si prevede di ottenere due miliardi di dollari Usa nei prossimi 25 anni, 80 milioni per anno. L’impianto è in funzione da aprile e il presidente laotiano Choumaly Sayasone ha detto che queste somme aiuteranno la popolazione del Laos. Circa un terzo dei 5,8 milioni di abitanti vive sotto la soglia del povertà, ha meno di un dollaro al giorno per vivere.
Sri Mulyani Indrawati, direttrice esecutiva per il Laos della Bm, cofinanziatrice del progetto insieme al governo del Laos, alla Electricite de France International e alla thailandese Electricity Generating Public Company, si è detta convita che l’opera aiuterà lo sviluppo del Paese, ancora dipendente dai donatori esteri. Ella ha detto nella cerimonia che già due milioni di dollari ricavati sono stati impegnati nell’istruzione nelle zone più povere, 1,7 milioni per le strade rurali e un milione per la sanità. Si vuole rendere il Laos la “batteria del sudest asiatico” per vendere ai Paesi vicini l’energia ottenuta con un sistema di 12 grandi di dighe in progetto.
Anche Kunio Senga, direttore generale per l’Asia del sudest della Banca asiatica per lo sviluppo, un altro dei 27 finanziatori, ha affermato che la diga ha portato il benessere alle povere famiglie dei villaggi dell’Altipiano Nakai, metà delle quali prima erano carenti di acqua potabile e servizi sanitari, mentre ora molte famiglie sfollate hanno ricevute case nuove con acqua corrente, elettricità e servizi.
Ma gruppi ambientalisti protestano che l’impianto è stato realizzato senza un adeguato studio sull’impatto ambientale. Denunciano che i mutamenti idrografici sul fiume Xe Bang Fai, tributario del Nam Theun, ha peggiorato le fonti di cibo di migliaia residenti, alterando la situazione di agricoltura e allevamenti ittici, senza portare loro vantaggi.
Nella zona ci sono 71 villaggi su fiume e 101 interni, per oltre 110mila persone, che sono ritenuti a rischio per le conseguenza ambientali, quali la diminuzione dei pesci, erosione dei banchi fluviali, le inondazioni. Osservano, ancora, che molti residenti sono stati inviati a zone prive di sufficiente terra da coltivare e molte famiglie ora non riescono nemmeno a far crescere il riso loro necessario.