In viaggio verso Teheran lo scienziato iraniano “rapito” dagli Usa
Shahram Amiri è scomparso nel giugno 2009 durante un pellegrinaggio alla Mecca. Per mesi si erano perse le sue tracce; nelle ultime settimane attraverso video e messaggi aveva fornito tre diverse versioni della vicenda. L’uomo si è presentato all’Ambasciata pakistana a Washington chiedendo il rimpatrio.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Lo scienziato Shahram Amiri ha lasciato gli Stati Uniti ed è diretto a Teheran, passando per un Paese terzo prima di sbarcare nella capitale iraniana. Tuttavia restano ancora molti lati oscuri nella vicenda dell’uomo, scomparso nel giugno 2009 durante un pellegrinaggio alla Mecca, in Arabia Saudita. Egli è riapparso la sera del 12 luglio, chiedendo aiuto all’Ambasciata pakistana a Washington per fare rientro in patria. Secondo l’Iran, lo scienziato è vittima di un sequestro ordito dagli Stati Uniti. Il governo Usa respinge le accuse, sottolineando che egli rimaneva sul suolo statunitense “di sua spontanea volontà”.
Nell’estate dello scorso anno Shahram Amiri (nella foto) scompare durante un pellegrinaggio alla Mecca. Il governo iraniano denuncia il rapimento da parte della CIA, che si sarebbe avvalsa della collaborazione di agenti sauditi. Teheran insiste nella versione del sequestro, mentre voci non confermate riferiscono che lo scienziato avrebbe cominciato a collaborare, fornendo particolari significativi sul programma nucleare iraniano.
A giugno l’uomo ricompare attraverso alcuni video diffusi su internet o trasmessi dai media iraniani. Nel primo, lo scienziato parla con una web-cam e sostiene di essere stato sequestrato da sauditi e americani. In un secondo, rivela di stare bene negli Usa e di “vivere libero” in Arizona. Nel terzo, Shahram Amiri affermava di essere scappato dalle mani dei rapitori, che non sarebbero stati in grado di “gestire l’ostaggio”.
Nel tardo pomeriggio del 12 luglio lo scienziato iraniano si è presentato all’Ambasciata pakistana a Washington. La sede diplomatica di Islamabad ha una sezione che cura gli interessi dell’Iran negli Stati Uniti, perché da 30 anni i due governi non hanno rapporti diretti. Shahram Amiri ha chiesto di essere rimpatriato e, al rientro nella capitale, racconterà “la storia” del presunto sequestro. Il governo Usa ha spiegato a più riprese che l’uomo era “libero” di decidere se tornare in patria o restare in territorio americano.
I mezzi di informazione iraniani sottolineano che lo scienziato lavorava come ricercatore all’università di Teheran. Tuttavia, altre fonti lo indicano come collaboratore dell’organizzazione preposta allo sviluppo del programma nucleare degli ayatollah.
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