In meno di un anno, 190 casi di persecuzione indù contro i cristiani
di Nirmala Carvalho
Lo denuncia un rapporto dell’All India Catholic Union, che ha pubblicato i dati sulla persecuzione anti-cristiana raccolti insieme ai maggiori gruppi del Paese. Sottolineata inoltre l’emarginazione dei non indù, diffusa in tutto il Paese, e l’apatia del governo, che protegge gli assalitori.
New Delhi (AsiaNews) – In meno di un anno, in India si sono verificati 190 attacchi violenti contro i cristiani di ogni denominazione. Questi attacchi comprendono omicidi, assalti armati, molestie sessuali e linciaggi. Lo denuncia l’All India Catholic Union (Aicu), associazione che riunisce i laici cattolici indiani, in un documento pubblicato il 17 novembre scorso.
Il presidente dell’Aicu, John Dayal, sottolinea come questi dati siano stati raccolti grazie alla collaborazione dei vari gruppi cristiani del Paese, e soprattutto che non sono stati presi in considerazione quei casi in cui i cristiani sono stati oggetto di violenze non a causa della loro fede. Quindi, aggiunge Dayal, “quelli presentati e certificati possono essere racchiusi nella categoria della persecuzione religiosa. Non abbiamo considerato nemmeno quelle situazioni di emarginazione sociale in cui vivono i nostri fratelli di fede in molti Stati indiani, perché sarebbero impossibili da contare”.
Sajan K. George, presidente del Consiglio globale dei cristiani indiani, spiega ad AsiaNews: “La nostra Associazione ha contato, in venti mesi, almeno 464 casi di violenza anti-cristiana nel Paese. In particolare, spiccano per la frequenza delle violenze il Karnataka ed il Madhya Pradesh”. Alla luce di questi dati, aggiunge, “abbiamo presentato una richiesta ufficiale al Consiglio nazionale per i diritti umani, chiedendo il loro intervento indipendente. Da quando i Partiti nazionalisti sono tornati al potere, infatti, si assiste ad un clima di impunità per chi colpisce i non indù, che si manifesta in una discriminazione sempre più ampia anche nella sfera giuridica dei cristiani”. Molte volte, conclude l’attivista, “la polizia non accetta neanche di aprire un’indagine su questi casi, oppure iscrive nel registro delle vittime gli stessi assalitori. E’ spiacevole considerare che nei 60 anni dell’indipendenza indiana, ancora non sia stata fatta una vera giustizia per gli indiani di fede cristiana”.
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