In gara per l'Oscar: Burma VJ, reportage sulla rivolta dei monaci
Scritto e diretto da un regista danese, raccoglie filmati, testimonianze e dialoghi catturati da un “esercito” di giornalisti che collabora con Democratic Voice of Burma. È in lizza per la sezione “Miglior documentario”. I riconoscimenti verranno assegnati il prossimo 7 marzo.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – La protesta dei monaci birmani del 2007, repressa nel sangue da una dittatura militare che da 40 anni governa il Myanmar è la trama del documentario “Burma VJ” – scritto e diretto dal regista danese Anders Østergaard – che la notte del 7 marzo potrebbe ricevere la più ambita delle statuette: l’opera è in gara nell’82ma edizione dei premi Oscar, alla sezione “Miglior documentario”.
Burma VJ è incentrato sulle immagini, le testimonianze, le ricostruzioni di filmati e dialoghi catturati da un “esercito di video-giornalisti (i VJ birmani, da cui trae spunto il titolo) che – a rischio della vita – hanno documentato le violenze compiute dall’esercito governativo contro i monaci e la popolazione.
Le prime dimostrazioni di piazza sono iniziate nell’agosto del 2007 a Yangon, la città più importante del Myanmar, per protestare contro l’aumento dei prezzi di benzina e carburante. Alla popolazione si sono uniti anche i monaci (nella foto), figure amate e venerate in tutto il Paese. A settembre la giunta al potere ha scatenato una repressione durissima, che ha causato la morte di decine di persone.
Il documentario (su YouTube è disponibile il trailer) è frutto del coraggio dei reporter che, armati di piccole telecamere, spesso nascoste in zaini o borse e a rischio della vita, hanno raccolto testimonianze e filmato le scene delle violenze perpetrate dai militari. I video-giornalisti collaborano con un gruppo dissidente birmano – Democratic Voice of Burma (Dvb) con base a Oslo, in Norvegia – che ne ha curato di persona e per anni la preparazione.
La prima parte della storia è narrata dal punto di vista di Joshua, uno dei tanti cameraman di Dvb,costretto poi a fuggire in Thailandia per sfuggire alla cattura dell’esercito di Yangon. Egli, dal suo esilio, ha quindi coordinato il lavoro dei colleghi presenti in Myanmar, raccogliendo testimonianze, dialoghi, racconti che costituiscono il corpo centrale del documentario.
Tra le tante storie narrate, vi è la vicenda di U Gawsita, un monaco buddista che vive a Utica, New York, come rifugiato politico. Nel 2009, all’uscita del documentario, egli ha iniziato a ricevere minacce di morte per il suo coinvolgimento nelle proteste di piazza. Dopo aver percorso decine di chilometri nella foresta, egli è riuscito a superare il confine con la Thailandia. Le autorità di Bangkok non gli hanno concesso lo status di rifugiato politico; solo l’intervento del governo Usa ha salvato la vita al monaco birmano.
L’82ma edizione dei premi Oscar è in programma la notte del 7 marzo presso il Kodak Theatre di Los Angeles. A condurla saranno le star Usa Steve Martin e Alec Baldwin. Burma VJ ha ricevuto la nomination per l’ambita statuetta nella categoria “Miglior documentario”.
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