In crisi le grandi aziende arabe petrolchimiche e di servizi immobiliari
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – Crolla del 95% il reddito netto della Saudi Basic Industries Corp. (Sabic), leader delle manifatture petrolchimiche: appena 311 milioni di riyal nell’ultimo trimestre 2008, rispetto ai 6,87 miliardi del quarto trimestre del 2007 (62,9 milioni di euro rispetto a 1.389,6 milioni). Oggi a Kuwait City i leader dei Paesi arabi hanno approvato un documento che invita ad “adottare politiche monetarie e fiscali adeguate per consentire ai Paesi arabi di affrontare la crisi finanziaria globale”, anche accelerando la loro integrazione economica. Decise pure una serie di misure economiche come la creazione di reti elettriche e servizi ferroviari unificati.
La perdita della Sabic (nella foto: una sede), causata dal crollo del settore automobilistico con forte diminuzione della domanda per materiali plastici e chimici, è molto peggiore delle previsioni, che parlavano di profitti per 4,74 miliardi di riyal. La ditta, per il 70% di proprietà statale, ha ridotto i prezzi dei materiali plastici, ma non ha potuto evitare un crollo delle richieste, specie da Usa, Giappone e Germania. Ha anche dovuto ridurre i prezzi per il metallo, dopo che nell’Arabia Saudita sono molto rallentate le opere edili. Come conseguenza la Sabic Innovative Plastics, appartenente al gruppo e specializzata in materiali plastici, programma di tagliare entro il 2009 almeno mille dei 10.500 posti di lavoro.
Appena nel 2007 la ditta ha acquisito la divisione plastiche della multinazionale General Electric Co. per 11,6 miliardi di dollari, ma ora sono precipitate le vendite di resine e fogli termoplastici molto usati per autoveicoli, tetti e illuminazione.
La crisi finanziaria globale non risparmia i Paesi arabi, già molto colpiti dal crollo del prezzo del petrolio, da sempre loro principale esportazione. Il crollo del mercato immobiliare a Dubai ha fatto perdere centinaia di posti di lavoro negli ultimi due mesi e ora anche le locali aziende di servizi hanno iniziato pesanti riduzioni di personale, nell’ordine del 10-15%, dopo aver constatato che la crisi appare duratura.