In carcere per cinque anni chi converte gli islamici al cristianesimo
Tashkent (AsiaNews/F18) – Va in carcere e rischia condanne a cinque anni chi converte gli islamici o detiene libri religiosi o si riunisce in case private. L’agenzia Forum 18 racconta recenti arresti e processi contro cristiani protestanti, che le autorità uzbeke cercano di far passare sotto silenzio.
Il pastore Dmitry Shestakov è stato arrestato dalla polizia il 21 gennaio durante la funzione domenicale. Per due settimane non ha potuto avere contatti con l’avvocato o i familiari. Solo dopo un mese l’agenzia stampa del Comitato affari religiosi uzbeko ha ammesso che “Dmitry Shestakov, che si definisce pastore protestante e capo di un’organizzazione religiosa illegale che operava nella regione di Andijan, è stato arrestato”.
L’agenzia nega che Shestakov sia un pastore della evangelica Full Gospel Church, registrata secondo la legge, e lo definisce “un ubriacone, un drogato”, “un impostore” che guida un gruppo illegale che opera “attività missionaria e di proselitismo”. Ma il suo difensore esibisce prove che il pastore è stato autorizzato sin dal 5 ottobre 2004 a svolgere i servizi religiosi della Full Gospel Church. I fedeli della chiesa confermano che “è un fervente credente” e che tutti “pregano per lui”. Il procuratore capo ha proibito alla moglie di visitarlo perché “è un pericoloso criminale”.
Sembra che l’accusa, comunicata a Shestakov solo il 3 febbraio, sia di avere guidato un gruppo religioso illegale, incitato all’odio religioso e distribuito materiale di propaganda religiosa estremista, fatti che prevedono ciascuno da 5 a 10 anni di carcere. Il fantomatico gruppo segreto “carismatico pentecostale” è paragonato ai gruppi islamici estremisti e ritenuto “una minaccia per la sicurezza nazionale”. Sembra che sia anche accusato di “aver convertito islamici al cristianesimo”.
Nel giugno 2006 la polizia segreta ha perquisito la sua abitazione e la chiesa e lo ha messo in carcere per breve tempo. L’operazione – spiega Forum 18 - è avvenuta dopo che Shestakov aveva convertito intere famiglie uzbeke al cristianesimo. Allora Shestakov ha lasciato Andijian, con la moglie e i tre figli. Vi è tornato a novembre e ha riaperto la chiesa. Ora è stato arrestato con un ordine emanato a giugno. Ad Andijan, dopo il massacro del maggio 2005, quando l’esercito sparò contro la folla che protestava in modo pacifico uccidendo centinaia di persone, è perseguitata qualsiasi attività religiosa.
L’8 febbraio la polizia ha arrestato il pastore kazako Rishat Garifulin, in visita alla Chiesa protestante della Grazia più grande a Samarcanda, perché trovato in possesso di testi religiosi. E’ stato rilasciato il 19 febbraio dopo l’intervento del ministro kazako degli Esteri e del console kazako a Tashkent, come dice la famiglia.
Nella nord occidentale regione di Karakalpakstan – dice ancora Forum 18 - i cristiani pentecostali Makset Djabbarbergenov e Salauat Serikbayev sono stati arrestati il 15 gennaio nel villaggio di Kaskol-2, vicino alla capitale provinciale Nukus, insieme ad altri 16 fedeli mentre erano riuniti in una casa privata. Rilasciati, saranno processati per violazione della legge sulle organizzazioni religiose e rischiano fino a cinque anni. Nella regione sono ammesse solo le fedi islamica e cristiano-ortodossa. Le chiese protestanti sono illegali e, spiega Serikbayev, “viviamo come i primi cristiani nelle catacombe”.
Fonti locali riferiscono che altri 6 protestanti sono stati arrestati a Gazli in Bukhara il 10 febbraio, perché riuniti in una casa dove sono stati trovati libri e audiocassette cristiani. (PB)