In aumento a Nord Sumatra il traffico di donne
Quest'anno 16 nuovi casi. Le giovani donne vanno in Malaysia convinte di trovare un buon salario per il lavoro promesso da membri di bande malavitose, ma ad attenderle solo sfruttamento sessuale.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) Cresce il traffico di donne in Malaysia. Lo denuncia l'organizzazione non governativa Child Protection, per la quale, quest'anno ci sono già 16 nuovi casi. Erano 60 in tutto il 2005 le giovani donne costrette a prostituirsi in Malaysia.
Il direttore della Child Protection, Ahmad Sofian, afferma che il più importante punto di transito dei commerci delle bande criminali organizzate è a Nord Sumatra. Diverse le ragioni, tra cui la sua vicinanza con la Malaysia e la facilità con cui le autorità rilasciano passaporti e carte d'identità.
Il capo della polizia del Nord Sumatra, Ronny Sompie, dice che la polizia sta cercando di porre fine ai crimini "stiamo lavorando con la polizia della Malaysia per diminuire i casi di traffico illegali, alcune persone sono già state arrestate, anche grazie all'aiuto di organizzazioni non governative".
L'organizzazione Child Protection, oltre a rilevare i casi di sfruttamento, aiuta le donne a recuperare la libertà perduta ed a tornare a casa. Il 26 febbraio scorso l'associazione ha aiutato 11 donne a tornare in patria. Tra loro Nunung, 21 anni diplomata, costretta da un'organizzazione criminale a prostituirsi per 4 anni, peraltro senza ricevere denaro. Era stata convinta nel 2002 ad andare in Malaysia con la promessa di uno stipendio decente lavorando come commessa in un negozio di cellulari. Appena arrivata, però, la ragazza fu costretta a prostituirsi in un karaoke di Pucung, fino a quando non venne arrestata dalla polizia malaysiana. Il coordinatore della Child Protection, Azmiati Zuliah, spiega che non appena sono venuti a conoscenza degli arresti delle vittime dei traffici illegali da parte della polizia malaysiana, hanno chiesto aiuto alla polizia di Nord Sumatra. Le vittime sono state così aiutate a tornare nelle proprie case.
Diverse le organizzazioni non governative che operano in Malaysia per difendere i diritti e la libertà delle giovani donne sfruttate. Oltre alla Child Protection, la Wao (Woman Aid Organization) lavora nel Paese da oltre 20 anni per la difesa di donne sfruttate e trasformate negli ultimi tempi in una sorta di 'macchina produttrice' di bambini da vendere. Le lavoratrici straniere sono infatti obbligate dai criminali a prostituirsi senza contraccettivi per rimanere gravide, il bambino è poi venduto per cifre che variano fra i 40 e i 50 mila dollari.
Negli ultimi anni queste organizzazioni non governative lottano per l'introduzione di una legge contro lo sfruttamento femminile, affinché le giovani donne siano protette e non ritornino nel circolo malavitoso da cui sono state sfruttate.
06/11/2017 11:22