In attesa di Brammertz, in Siria si comincia a parlare del dopo-Assad
C'è attesa per il "colloquio" del capo della Commissione d'inchiesta dell'Onu con il presidente libanese. I membri della "Dichiarazione di Damasco" vogliono soluzioni "graduali" per sostituire Assad.
Damasco (AsiaNews) Seppur sottovoce, in Siria si comincia a parlare di un possibile dopo-Assad. Per il governo siriano, questo è uno degli momenti più difficili nella sua storia recente. E' grande l'attesa della visita di Serge Brammertz, capo della Commissione d'inchiesta dell'Onu sull'assassinio dell'ex premier libanese Rafic Hariri, che avrà degli incontri di natura "informativa" con il presidente Assad, il suo vice Farouk El Chareh ed altri responsabili del dossier libanese durante la presenza siriana in Libano. Si ha la convinzione che i "colloqui" del capo della Commissione d'inchiesta potrebbero costituire un momento cruciale nell'indagine e potrebbero quindi influire sul futuro del regime siriano. Non a caso, oggi la stampa siriana sottolineato la necessità di difendere il regime, malgrado le "voci anomale" che pretendono di rappresentare la "Riforma costituzionale".
In questo clima si sono riuniti oggi i membri della "Dichiarazione di Damasco" che hanno espresso il loro rifiuto alle decisioni del Fronte di salvezza nazionale, che nella sua riunione della settimana scorsa a Bruxelles ha chiesto il rovesciamento del regime di Assad. La "Dichiarazione" sostiene la necessità di discutere sul futuro dei diritti dell'uomo nel Paese, senza usare la forza e preferendo soluzioni "graduali", che allontanino il pericolo di un bagno di sangue. I membri del gruppo, formato dagli aderenti al "Congresso nazionale democratico" indicano il dialogo come via "necessaria per qualsiasi cambiamento" e domandano al Fronte della salvezza di chiedere all'ex-vicepresidente Khaddam di rispettare la sua storia e gli interessi del popolo siriano.
Hassan Abd El Azim, portavoce del Congresso, in una dichiarazione, ha sostenuto la necessità di rovesciare il regime senza far ricorso alla forza, indicando la via pacifica come "rimedio efficace" ed ha espresso l'appoggio del suo gruppo a qualsiasi iniziativa che possa risolvere i problemi che travolgono il Paese da molto tempo. Il Congresso rifiuta l'idea diffusa dal Fronte della salvezza di "un probabile nuovo Iraq, nel caso della non deposizione del regime" ed ha chiesto ai Paesi arabi ed alla Lega araba di compiere il loro dovere nei riguardi della Siria.
Il ministro degli Affari Esteri siriano, Walid El Mouallem, rientrato oggi da una visita negli Emirati Arabi, dove ha avuto un incontro con il principe Hamad Ben Khalife II e con il suo omologo Hamad ben Jasem Ben Jabr, ha sottolineato l'importanza degli incontri avuti, che hanno costituito una occasione per valutare lo sviluppo della situazione in Siria, alla luce delle pressioni esercitate contro il suo regime ed ha ripetuto la posizione del governo che proibisce qualsiasi forma di protesta popolare.