In attesa del Congresso del Pc, dissidenti spariscono o sono torturati
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – In vista del 17mo Congresso nazionale del Partito comunista, previsto per il 15 ottobre, aumentano le aggressioni e le “scomparse” di noti dissidenti e attivisti per i diritti umani. L’ultimo episodio noto è del 29 settembre sera , quando sconosciuti hanno rapito dal suo studio legale a Pechino Li Heping, avvocato difensore dei diritti umani e religiosi, lo hanno incappucciato e portato in auto fuori città e pestato per ore in uno scantinato, pure tormentandolo con un bastone elettrico. Gli hanno ripetuto di “lasciare subito Pechino con la sua famiglia” e di esercitare la sua professione “entro limiti accettabili”. Poi lo hanno rilasciato e ha camminato per almeno due chilometri prima di trovare un taxi per tornare a casa. Non gli hanno rubato il denaro, ma a casa ha scoperto che è sparita la licenza di avvocato ed è stata cancellata la memoria del suo computer.
Li osserva che da oltre un anno è “sotto sorveglianza” e un’auto della polizia con quattro agenti lo segue sempre negli spostamenti, lo attende sotto studio e lo “scorta” dovunque vada. Ma proprio quella sera l’auto non c’era. Non sa chi fossero gli aggressori, ma osserva che poco tempo prima la polizia gli ha ordinato verbalmente di “lasciare la città”.
Il 30 settembre è stato arrestato Ye Mingjun, figlio di Ye Guozhu che ha guidato la protesta contro la confisca forzata di terreni per le opere olimpiche. Ye Guozhu è stato condannato nel 2004 a 4 anni di carcere per avere “provocato e guidato disordini”. E’ invece scomparso da qualche tempo Ye Guoqiang, fratello di Guozhu, e la ong per la tutela dei diritti Chinese Human Rights Defenders denuncia che è detenuto.
Dal 22 settembre è pure sparito Gao Zhisheng, avvocato difensore dei diritti umani.
La ong Human Rights in China osserva che le aggressioni contro legali e attivisti per i diritti umani “continuano” con l’avvicinarsi delle Olimpiadi e pongono “una seria preoccupazione sulla volontà e la capacità di governo cinese di proteggere la sicurezza personale degli avvocati e il loro diritto a praticare la professione, elementi essenziali in uno Stato di diritto”.
Intanto ieri Wang Dan, ex studente in esilio per le proteste di piazza Tiananmen, ha rinnovato l’appello a Pechino di poter tornare in Cina, ora che è finito il periodo di carcerazione. Ritenuto uno degli organizzatori delle proteste del 1989 a piazza Tiananmen, nel 1996 è stato arrestato per “sovversione contro lo Stato” e condannato a 11 anni di carcere. Due anni dopo è stato rilasciato per problemi medici ed esiliato negli Stati Uniti. Ora è finito il termine della carcerazione e Wang da Taiwan partecipa a una petizione di dissidenti esiliati che chiedono di poter tornare.