In Tajikistan, quattro suore di madre Teresa per 100 anziani
Dushanbe (AsiaNews/Ucan) Portano da mangiare a chi non può uscire di casa, aiutano gli handicappati, anche facendo loro le pulizie, pregano con chi vuole pregare. Sono un centinaio gli anziani e gli infermi di Dushanbe, in Tajikistan, che sono assistiti dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa. In un Paese musulmano che ha una esigua comunità cattolica di 250 persone, le quattro suore visitano tre volte a settimana chi è nel bisogno, senza fare distinzioni di fede, oltre a tengere una mensa per i poveri.
"Le suore racconta Yuri Vorobkin, un 67enne che ha perso le gambe sono tutto per me. Mia moglie Anna ed io aggiunge - siamo completamente soli e nessuno ci viene a trovare, escluse loro. Ci sono giorni nei quali sto davanti alla finestra per ore, per vederle arrivare". Vorobkin, che era funzionario del soccorso in montagna ed ha perso le gambe per una errata diagnosi di cancrena provocata da congelamento, è ortodosso. Come numerosi suoi compatrioti è di etnia russa ed ora riceve una pensione di 25 somoni al mese, circa 8 dollari, del tutto inadeguata a permettergli di tirare avanti. Le suore portano medicine e riso e pregano con loro.
Suor Mauris racconta che le suore, arrivate nel Paese nel 1991, hanno cominciato andando a visitare alcuni anziani, poco dopo aver aperto la loro mensa. "Alcuni dei nostri visitatori racconta non potevano venire a mangiare nella nostra casa" e così "abbiamo cominciato ad andarli a servire nelle loro case". "Molti anziani racconta suor Lamola, che è indiana hanno bisogno di cibo e medicine, ma a volte li aiutiamo a lavarsi ed a tenere pulite e loro case, se non sono in grado di farlo da soli". E' il caso di Galina Sherstneva e Genady Sinikaev. Entrambi 65enni, Galina è paraplegica e Genady ha grandi difficoltà a camminare. Le due stanze del loro appartamento erano piene di bottiglie vuote, scatole sporche
"Per prima cosa racconta suo Mauris abbiamo dovuto eliminare le pulci e solo dopo abbiamo potuto cominciare a pulire la loro casa". "Non si può neppure immaginare dice Galina quanto apprezziamo il lavoro delle suore. Basta pensare a quanto è orribile stare in un letto pieno di pulci e non poterci far nulla a causa dell'infermità". "Ora ci aiutano a vivere come esseri umani".
Suor Lamola si dice dispiaciuta per il fatto di poter andare a visitare gli anziani solo due o tre volte a settimana, perché negli altri giorni le suore sono impegnate a tenere apera la loro mensa. "Vorremmo dice- aiutare tutti gli anziani disabili, ma non abbiamo abbastanza tempo".