In Palestina minacce di morte dei Martiri di Al Aqsa contro ministri di Hamas
Gaza (AsiaNews/Agenzie) E' salito a 11 morti ed oltre 150 feriti il bilancio di due giorni di scontri tra gli agenti della sicurezza, fedeli al presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas, e quelli del ministero degli interni, legati ad Hamas. Anche oggi ci sono manifestazioni degli uomini della Sicurezza, in sciopero perché da sei mesi non ricevono stipendi, mentre le Brigate dei Martiri di Al Aqsa, gruppo armato legato al Fatah, hanno minacciato di uccidere esponenti di Hamas.
In un comunicato diffuso oggi a Gaza, le Brigate hanno indicato come obiettivi delle minacce il capo dell' ufficio politico di Hamas con sede a Damasco, Khaled Mashal, il ministro dell' interno, Said Siam, e un alto dirigente dello stesso ministero, Yissef Al-Zahar, ritenuti responsabile delle uccisioni durante gli scontri di questi giorni. Da parte sua, un deputato di Hamas, Mushir Al Masri, ha replicato annunciando una risposta "senza misericordia" se esponenti del suo movimento verranno colpiti "da capi della sedizione interna".
La gestione politica finora portata avanti da Hamas ha comunque scontentato almeno in parte i suoi stessi sostenitori. Un sondaggio condotto dal Jerusalem Media and Communications Center tra il 19 ed il 22 settembre mostra che se si votasse oggi nei Territori palestinesi, Al Fatah ha riguadagnato parte dei consensi perduti e tornerebbe ad essere il primo partito, superando, seppure di poco Hamas. Secondo il sondaggio, infatti, Al Fatah otterrebbe il 32% dei voti, contro il 30,5% di Hamas che ale elezioni di gennaio aveva ottenuto la maggioranza assoluta in Parlamento, con 74 seggi su 132, contro i 45 di Fatah. Marginali le indicazioni per altri partiti: con il Fronte popolare al 3,6%, Palestina Indipendente di Mustafa Barghuti al 3,5%, quindi Terza Via dell'ex-ministro delle finanze Salam Fayad al 2,3%.
Il primo ministro Ismail Haniyeh, di Hamas, resta però personalità politica più affidabile per il 18,9% dei palestinesi, precedendo il presidente Abbas, al 14,5% e il leader del Fatah detenuto in Israele Marwan Barghuti (4,5%).
Per il 55,9% dei palestinesi, la formazione di un governo di unità nazionale è la soluzione migliore per uscire dalla grave crisi politica e finanziaria nella quale si dibatte l'Autorità nazionale palestinese (Anp). Del fatto che tale governo non sia ancora formato il 46,3% dà la responsabilità al presidente Abbas ed il 40,9% al governo di Hamas.
Se i dati fin qui visti sembrano indicare una ritorno dei moderati di Fatah, è invece in crescita il consenso verso l'estremismo violenti, con il 48% che sostiene gli attentati suicidi ed il 43,1% favorevole ad operazioni militari contro lo Stato ebraico.
Quasi la metà dei 1200 intervistati (46,6%) si dichiara a favore della costituzione di uno Stato palestinese al fianco di Israele, quale via per risolvere il conflitto.