In Kashmir finisce il Ramadan ma non le violenze
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) Il Ramadan, il mese sacro per i musulmani di tutto il mondo, non è servito a fermare le violenze che da anni insanguinano la contesa regione del Kashmir. Domenica scorsa, l'Eid Ul Fitar - ultimo giorno di digiuno - è stata un'occasione di preghiera e festa per i musulmani della zona, che non dimenticano le quotidiane sofferenze. Un giovane di 22 anni nel villaggio di Pattan 30 km a ovest di Srinagar uscito dalla preghiera di domenica, ha detto che "nessuno degli abitanti è felice". La scorsa settimana, proprio a Pattan, le truppe indiane hanno ucciso un ragazzo ritenuto un militante separatista. La gente ha dichiarato che i soldati hanno sparato al giovane, disarmato, a sangue freddo. "Anche se fosse stato un ribelle - ha continuato uno degli abitanti del villaggio - lo avrebbero arrestato, torturato e infine ucciso". Basharat Hussain Najar, giovane laureato in scienze politiche, racconta che queste violenze sono all'ordine del giorno da anni. "La gente ha concluso il giovane non si fida più dell'esercito e della polizia". Durante l'Eid Ul Fitar del 2001 alcuni soldati hanno sparato sulla folla colpendo a morte 2 persone. I militari volevano vendicare l'uccisione di 2 compagni da parte di alcuni ribelli.
Le relazioni tra l'esercito e gli abitanti dei villaggi in Kashmir sono peggiorate dal 1989, quando sono aumentate le rivendicazioni, anche violente, di un movimento separatista per l'indipendenza del Kashmir. Da allora l'India ha rafforzato la sua presenza militare in quella che è la sua unica regione a maggioranza musulmana. New Delhi non ha mai dichiarato il numero esatto di soldati dispiegati nella regione. La stampa ha sempre parlato di almeno 500 mila militari.
Il Kashmir è all'origine di una sanguinosa contesa tra India e Pakistan che dura da oltre mezzo secolo; ha causato 2 conflitti (1948 e 1965) e la morte secondo fonti neutrali - di oltre 65 mila persone. Negli ultimi mesi entrambi i paesi si sono dimostrati disponibili a raggiungere un accordo pacifico sulla questione. Ieri è stato annunciato con precisione che l'India ritirerà circa 40 mila soldati dalla regione per incoraggiare i colloqui di pace con Islamabad. La decisione sembra rispondere positivamente alle dichiarazioni del mese scorso del presidente pachistano, Pervez Musharraf. Egli aveva proposto un disimpegno militare del Pakistan nella questione del Kashmir e la risoluzione dei problemi di confine con l'India secondo le vie diplomatiche. "Credo fermamente che ci siano delle possibilità e una soluzione al problema - ha dichiarato Musharraf. Per la prima volta vediamo la luce in fondo al tunnel". (MA)