03/11/2005, 00.00
INDONESIA
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In Indonesia la gente respinge chi istiga violenza

Alla vigilia dell'Id al-Fitri e dopo la decapitazione delle ragazze a Poso, dalle Sulawesi alle Molucche la gente chiede pace e non vedetta; leader religiosi invitano alla fratellanza durante le celebrazioni per la fine del Ramadan.

Poso (AsiaNews/Agenzie) – Le violenze che hanno colpito l'Indonesia nell'ultimo mese non troveranno seguito tra la popolazione, intenzionata a mantenere la pace e avere giustizia. Alla vigilia dell'Id al-fitri, la fine del Ramadan, a 5 giorni dalla decapitazione delle 3 ragazze cristiane a Poso, nelle Molucche e nelle Sulawesi cristiani e musulmani non vogliono che si riaccenda la miccia dell'odio interreligioso.

A Poso, secondo fonti ufficiali, la situazione è calma a un giorno dall'Id al-Fitri. Il vice capo della polizia locale, Ricky Naldo, ha detto che soldati e residenti garantiranno la sicurezza durante le celebrazioni. Muhammadong, un musulmano abitante del posto, ha sottolineato però che quest'anno la festa avrà toni più dimessi: "Tutti siamo traumatizzati dalla morte delle 3 studentesse". Al ritorno da una visita di 2 giorni a Poso, Ichwan Sam, segretario generale del Consiglio indonesiano degli Ulema, si è detto convinto che le decapitazioni non provocheranno un altro conflitto islamo-cristiano. Secondo il leader, che ha incontrato diversi esponenti religiosi, entrambe le comunità sono convinte che il crimine non abbia nulla a che fare con il sentimento religioso.

Intanto, nel massimo riserbo, procedono le indagini sugli omicidi del 29 ottobre. La polizia riferisce di aver ascoltato 6 testimoni e di sapere l'identità dei responsabili, ma che non può al momento rivelare dettagli. Secondo Renaldy Damanik, che guida il sinodo della Chiesa cristiana delle Sulawesi centrali, gli assassini non sono musulmani di Poso e hanno agito su ordine di qualche gruppo intenzionato a riaccendere l'odio interreligioso nella zona.

L'unica sopravvissuta all'attentato, la 15enne Noviana Malewa, si trova ora in ospedale con gravi ferite al volto. I genitori delle vittime piangono la perdita delle figlie e chiedono "non vendetta, ma giustizia". Nur Malewa, madre di Noviana, ha dichiarato: "Siamo certi che questi criminali vogliono riportare la violenza a Poso, ma non riusciranno mai a provocarci". Gli altri parenti pretendono che la polizia arresti i colpevoli velocemente: "Stiamo soffrendo abbastanza".

Da Ambon, nelle Molucche, il vescovo cattolico ha invitato i cristiani a garantire la pace durante le celebrazioni per la fine del mese di digiuno, mostrandosi solidali con i musulmani.  Mons. Petrus Canisius Mandagi ha chiesto alla popolazione di partecipare alla festività di domani "creando un'atmosfera positiva, pulita e pacifica senza scontri". Egli ha poi proposto che per l'occasione i cristiani "visitino e salutino" i loro amici musulmani. Secondo il presule le due comunità "devono lavorare insieme per la pace" nella regione e il loro impegno "non verrà scalfito né dalle bombe a Bali del 1 ottobre scorso, né dalla decapitazione delle 3 ragazze nelle Sulawesi centrali".

Molucche e Sulawesi sono stati teatro in passato di feroci scontri tra gli abitanti musulmani e  cristiani che qui, a differenza che nel resto del Paese, si equivalgono per numero. Con l'85% della popolazione musulmana, l'Indonesia è il più grande Paese islamico.
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