In India la Sony riconosce che il "Codice" è solo una finzione
Per far uscire la pellicola nelle sale indiane, la casa di produzione accetta le condizioni della censura: prima e dopo il film una scritta avvertirà lo spettatore che si tratta solo di una finzione, senza validità storica. Lo Sri lanka vieta la proiezione nei cinema.
Mumbai (AsiaNews/Agenzie) La Sony Pictures cambia idea: la pellicola "il Codice da Vinci"- da lei prodotto e distribuito - è una finzione, senza validità storica. Le autorità indiane hanno ottenuto che il film tratto dall'omonimo romanzo di Dan Brown, esca nei cinema del Paese con una clausola di esonero della responsabilità, che avvisa gli spettatori che l'opera è frutto di pura "finzione". Vittoria delle proteste cattoliche anche in Sri Lanka, dove il governo ha vietato la proiezione.
Pur di far uscire il "Codice", la cui prima in India era stata sospesa la settimana scorsa, la Sony Picture ha dovuto eseguire le richieste dell'Ufficio nazionale della censura e aggiungere al montaggio originale una schermata, in onda per 15 secondi all'inizio e alla fine del film, che recita più o meno così: "Personaggi, fatti e nomi contenuti sono fittizi; ogni somiglianza con nomi, personaggi o storie di persone è del tutto casuali".
I censori chiedevano il doppio inserimento del cosiddetto disclaimer accogliendo le condizioni dei numerosi gruppi e leader cristiani, che hanno animato le vivaci proteste contro l'uscita del "Codice" in India. In un primo momento la Sony aveva accettato di proiettare il semplice avvertimento che "ogni riferimento a fatti e persone è casuale" solo alla fine del film, per non rovinare agli spettatori il gusto del film, garantendo che il film sarebbe uscito. Ma ieri ha dovuto cambiare idea.
Anche lo Sri Lanka, Paese a maggioranza buddista, ha accolto le richieste della comunità cattolica. Il governo ha addirittura vietato la proiezione del "Codice" nelle sale del Paese. In una lettera inviata al presidente Mahinda Rajapakse la Conferenza episcopale dello Sri Lanka ha definito il film "frutto di una mente perversa". "Già il libro continuano i vescovi ha provocato confusione tra realtà e finzione; è un falso, ingiusto e irriverente ritratto di Gesù e della Chiesa cattolica, accusata di essere sostanzialmente una vasta rete fondata sul mantenimento della menzogna circa la divinità del Signore". "L'opera aggiungono - attacca le radici della nostra fede e offende la sensibilità religiosa di tutti i cristiani". L'opera di Dan Brown nega la natura divina di Cristo e fantastica di una sua discendenza ancora in vita.