In Cina non c'è tutela per gli avvocati che difendono attivisti per i diritti
Pechino (AsiaNews) – E’ lunga la lista di avvocati arrestati, “scomparsi” o agli arresti domiciliari, rivelata dal China Human Rigths Lawyers Concern Group (Chrlcg). Pechino sembra intenzionata a stroncare ogni dissenso. Intanto Shenzhen, sede quest’estate delle Universiadi, avverte che ogni minimo atto di protesta sarà considerato reato grave.
Gli avvocati difensori di attivisti per i diritti umani e democratici hanno sempre avuto vita difficile, spesso è stato loro negato di assistere i clienti o è stato loro impedito di partecipare ai processi. Ma ora è in atto una sistematica persecuzione quotidiana.
Molti di loro “scompaiono” senza preavviso, per giorni e settimane, rapiti dalla polizia. Liu Shihui è scomparso dal 25 febbraio e Li Tiantian dal 19 febbraio, si ignora tuttora dove siano. Sono invece tornati a casa, dopo assenze forzate più o meno lunghe, Tang Jitian, Jiang Tianyong (trattenuto dal 19 febbraio al 19 aprile), Teng Biao (nella foto, rapito dal 19 febbriao al 29 aprile), Wu Zhenqi, Liu Zhengqing, Jin Guanghong, Liu Xiaoyuan, Li Fangping e Li Xiongbing.
Tornati a casa, molti di loro hanno rifiutato ogni colloquio con gruppi che difendono i diritti umani e di dire qualsiasi cosa della loro detenzione, talvolta spiegando che era “meglio fare così”. Esperti ritengono che, per essere rilasciati, si siano impegnati a non parlare di questi giorni. Il gruppo Chinese Human Rigths Defenders (Chrd) teme che durante la detenzione siano anche sottoposti a torture.
E’ in carcere preventivo dal 6 aprile Ni Yulan, accusata di “disturbo alla quiete pubblica”, insieme al marito Dong Jiqin: nel 2008 documentò gli espropri forzati di case a Pechino per costruire le grandiosi opere olimpiche.
Tang Jingling è stato portato via il 22 febbraio e la famiglia ha poi saputo che è “agli arresti domiciliari” presso il Centro d’Insegnamento Dashi a Panyu.
Yuan Xianchen sta scontando 4 anni di carcere, dopo essere stato arrestato nel 2008 per la lettera aperta intitolata “Noi abbiamo bisogno di diritti umani, non di Olimpiadi”.
Le peggior repressione dal 1998 è iniziata a febbraio, per timore che potessero scoppiare in Cina proteste stile Rivoluzione dei gelsomini. Ormai gli avvocati che difendono i diritti sono posti in una situazione nella quale di fatto non hanno alcuna tutela e possono essere “portati via” in ogni momento e trattenuti per mesi senza bisogno che abbiano fatto nulla, senza accuse formali, senza avvisare i parenti, senza poter vedere nessuno.
Intanto l’Ufficio per l’Abitazione e la Costruzione a Shenzhen, dove dal 12 al 23 agosto avranno luogo le Universiadi, vere Olimpiadi riservate agli studenti universitari, ha avvertito che nei prossimi 5 mesi “potrebbe essere considerato” reato qualsiasi forma di protesta, compreso presentare petizioni alle autorità o dimostrare per i salari non pagati. “Chiunque organizza o prende parte a petizioni sarà punito con durezza”, avverte il comunicato. Le imprese edili sono a loro volta avvisate che sarà sospeso ogni loro lavoro, se non pagano gli operai.
Già a febbraio Shenzhen aveva indicato 14 casi di “petizioni illegali”, che comprendono il disordine pubblico, il danno di strutture pubbliche, persino l’indossare abiti che esprimano protesta. Mentre per le Olimpiadi 2008 Pechino si era preoccupata di salvare una apparenza di legalità, l’attuale Cina non si preoccupa dell’immagine che fornisce, ma non tollera proteste.
In occasione del Dialogo Strategico ed Economico tra Cina e Usa, che inizia oggi a Washington, il Chrd ha chiesto agli Stati Uniti di parlare anche di diritti umani e del grave loro peggioramento in atto in Cina.