In Cina non c'è informazione sul pericolo di influenza aviaria
I media locali non ne parlano, specie in campagna dove maggiore è il rischio. Preoccupazione degli organismi sanitari internazionali. La ragazza dell'Hunan morta per polmonite.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) In Cina c'è poca informazione sul pericolo di contagio per influenza aviaria, specie nelle zone rurali dove maggiore è il rischio e dove occorre un intervento immediato.
Le autorità sanitarie hanno dichiarato che la ragazza dell'Hunan è morta ieri per "polmonite con acuta sindrome di deficienza respiratoria" e non per influenza aviaria. "Non sappiamo ha detto Aphaluck Bhatiasevi, portavoce a Pechino per l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) quali analisi sono state fatte. Aspettiamo una comunicazione ufficiale del ministro della Sanità".
La situazione in Cina preoccupa non solo per l'improvvisa esplosione di 3 epidemie in 1 settimana in zone distanti; ma anche perché le notizie sono giunte con ritardo e in molte zone mancano informazioni per i cittadini e sovvenzioni per il vaccino. Nell'Anhui la moria del pollame iniziò il 21 ottobre, ma il governo ne diede notizia solo il 24. Nell'Henan l'epidemia si rivelò il 13 ottobre ma fu confermata dopo oltre 10 giorni. Ora il governo dichiara che sarà informato dai funzionari locali entro 3 ore dalla scoperta di nuovi focolai.
Molti osservatori lamentano che nei giornali e nelle tv locali non viene data notizia dei focolai infettivi, cosa che mantiene stabile il prezzo dei polli anche nelle zone circostanti le epidemie, ma non consente la prevenzione. "Possono esserci problemi osserva Nourredin Mona, rappresentante in Cina per l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) dell'Onu - se la gente rimane nell'ignoranza. Una piena informazione aiuta la pubblica convinzione che il governo fa quanto necessario". "Un rapido intervento è difficile commenta Julie Hall, supervisore dell'Oms in Cina per l'influenza aviaria se la popolazione locale contadini, medici, funzionari non è bene informata".
Nello Shenzhen le autorità sanitarie hanno disposto la vaccinazione di tutto il pollame, ma i contadini protestano che debbono pagare il vaccino. Molti osservatori ritengono che, per evitare il diffondersi del contagio, è necessario un sostegno anche economico da parte dello Stato, sia per curare il pollame e indennizzare i contadini, sia per le spese mediche per gli eventuali malati. Nelle zone agricole il pollame viene spesso lasciato all'aperto, in zone dove passano gli uccelli migratori.
Thailandia. Preoccupazione per le conseguenze sul turismo, grande risorsa economica per la zona. L'epidemia di Sars nel 2003 causò un 17% di minori arrivi
Sri Lanka. Bandite le importazione di uccelli dall'Europa orientale e da alcune zone dell'Asia. Il Paese importa ogni anno 500 mila uccelli vivi e 3-4 mila tonnellate di pollame.
Emirati Arabi. Gli Emirati, d'accordo la Fao, coordineranno le operazioni nell'intero Golfo, in caso di epidemia. Nella Nazione bandito l'importo di pollame da Asia, Romania e Turchia.
Romania. Confermato il contagio di un airone trovato morto 1 settimana fa presso il confine con la Moldova. (PB)