14/04/2008, 00.00
ASIA
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In 100 milioni a rischio povertà: pericolo di carestia e guerre nei Paesi poveri

Banca mondiale e Fondo monetario internazionale lanciano l’allarme: l’aumento dei prezzi del cibo sta riducendo alla fame intere popolazioni. Senza immediati aiuti si rischiano proteste pubbliche e conflitti armati. Nel lungo periodo, occorrono aiuti ai piccoli agricoltori.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 100 milioni di persone nei Paesi poveri rischiano di tornare nella miseria, a causa del rapido aumento dei generi alimentari. Robert Zoellick, presidente della Banca mondiale (Bm), lancia l’allarme e propone interventi immediati e un piano di lungo termine per aiutare la produzione agricola.

Secondo dati ufficiali, dal marzo 2007 al marzo 2008 il prezzo del grano è cresciuto del 130%, la soia dell’87%, il riso del 74%, il mais del 31%. Tra le cause indicate: l’aumento della domanda, le cattive condizioni climatiche in molti Paesi, il maggior uso di terreni coltivabili per produrre piante per biocarburante. Per un aumento generale dei prezzi alimentari pari all’83% in tre anni.

Questi aumenti hanno causato proteste popolari in molti Paesi, tra cui Egitto, Filippine e Indonesia e si teme che possano solo aumentare e diventare più violente, dato che la corsa dei prezzi non appare fermarsi. Negli ultimi mesi Paesi grandi esportatori di riso (India, Cina, Vietnam ed Egitto) hanno fermata la vendita all’estero, con danno per i grandi importatori come Bangladesh, Filippine e Afghanistan.

Il 12 aprile Dominique Strass-Khan, capo del Fondo monetario internazionale, ha detto che centinaia di migliaia di persone rischiano la fame e che “la storia insegna che simili questioni qualche volta causano guerre”. I due enti ritengono questo problema non meno grave della crisi finanziaria che colpisce i Paesi industrializzati.

Zoellick ritiene urgente fare “fatti e non parole” per “dare cibo a chi ha fame”. Sono necessari maggiori aiuti alimentari ai Paesi poveri e almeno 500 milioni di dollari nel brevissimo termine per il Programma alimentare mondiale. Ma anche progettare una politica di aiuto ai piccoli agricoltori dei Paesi poveri.

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