Importazione illegale di legname dal Myanmar, Pechino tenta un giro di vite
Ma il traffico illegale continua: i soldati fermano i trafficanti ma non li arrestano e li rilasciano dietro cauzione. Inoltre la sera i confini sono poco controllati.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) Il governo di Pechino chiude i confini con il Myanmar, ex Birmania, per bloccare l'importazione illegale di legname, ma chi viola la legge non viene arrestato e la notte il confine non viene sorvegliato.
Global Witness, associazione per i diritti umani con sede a Londra, ha reso noto che Pechino ha ordinato ai commercianti cinesi di lasciare il Myanmar e ha incaricato i soldati di sorvegliare il confine. La decisione arriva dopo decadi di tagli selvaggi alle foreste del nord del Myanmar da parte di aziende cinesi.
"Questa è una buona notizia per chi vuole combattere i predatori delle foreste birmane", si legge in una dichirazione di Mike Davis, membro dell'associazione londinese. Nel testo si spiega inoltre che la maggior parte degli oltre 1,5 milioni di metri cubi di legname importati in Cina per un valore stimato intorno a 350 milioni di dollari è prodotto in modo illegale. Davis chiede inoltre alle autorità dei due Paesi di collaborare per bloccare in modo definitivo il traffico illegale e sostituirlo con uno legale e sostenibile.
Ma, nonostante l'ordinanza, il traffico continua. Un birmano che vive vicino al confine spiega che i trafficanti utilizzano strade secondarie oppure viaggiano la notte, quando i controlli sono meno efficaci. Secondo l'ordinanza di Pechino, poi, in caso di fermo è previsto l'arresto del commerciante e la confisca del veicolo; "Ma i soldati racconta il residente birmano, che chiede l'anonimato quando fermano un trafficante lo rilasciano in cambio di una cauzione che va da 5000 a 6000 yuan (da 623 a 748 dollari). Inoltre i soldati la sera finiscono il turno e i confini rimangono non sorvegliati. Ogni veicolo può trasportare 5-6 tonnellate di legname, così sono ancora circa 1000 le tonnellate di legname che entrano in Cina".
Uno dei capi dell'Organizzazione per l'indipendenza Kachin spiega inoltre che la fine del traffico illegale avrebbe una grave ripercussione sociale, dato che il commercio di legname è la principale fonte di sostentamento degli abitanti del luogo.