Impiccati i due complici di Saddam Hussein. Cresce la frattura fra sunniti e sciiti
Si tratta del fratellastro Barzan al-Tikriti, capo della polizia segreta, e di Al Bandar, presidente del Tribunale Rivoluzionario; entrambi condannati con Saddam per la strage di Dujail. Gli sciiti accusati di essere gli ispiratori delle esecuzioni.
Baghdad (AsiaNews) – “Si approfondirà la frattura tra sunniti e sciiti”, dopo le impiccagioni avvenute stamattina dei due gerarchi del regime di Saddam Hussein eseguite a Baghdad. È la convinzione più diffusa tra gli iracheni contattati da AsiaNews in diverse zone del Paese. Le stesse fonti avevano espresso questa preoccupazione all’indomani della discussa e “irrispettosa” esecuzione capitale dell’ex rais, il 30 dicembre 2006.
Poche ore dopo la mezzanotte, nella capitale irachena sono stati giustiziati il fratellastro di Saddam, Barzan Ibrahim al-Tikriti - a capo dei temuti servizi segreti, il Mukhabarat - e Awad Hamad al Bandar - ex presidente del Tribunale Rivoluzionario; entrambi coimputati di Saddam al processo per la strage di 148 sciiti a Dujail (1982), conclusosi con le rispettive tre condanne a morte.
Dovevano essere giustiziati lo stesso giorno dell’ex dittatore, ma l’esecuzione era stata rinviata.
Il portavoce del governo iracheno ha comunicato che tutto si è svolto in maniera ordinata. Tranne un particolare: la testa di al-Tikriti si è staccata dal corpo durante l'impiccagione. Si tratta di un caso rarissimo, secondo il funzionario governativo “un atto di Dio”. Le salme dei due giustiziati saranno consegnate alle famiglie entro due giorni.
“Per i sunniti - spiegano le fonti - l’Iran sciita è l’ispiratore di quanto sta succedendo in Iraq e della loro emarginazione. Gli sciiti hanno conquistato il potere, ma l’attuale governo non ha potuto realizzare l’auspicata riconciliazione né assicurare la pace”.
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