Il “terzo Kim” spaventa le due Coree
Seoul (AsiaNews) – Kim Jong-un, erede designato a guidare la Corea del Nord, “sarà un dittatore peggiore del padre. È molto più autocratico e crudele del ‘Caro Leader’, e noi questo lo sappiamo bene. Abbiamo paura per il futuro”. A parlare è una fonte interna alla dirigenza del Paese, che in condizioni di anonimato spiega: “La sua educazione occidentale lo rende molto pericoloso: sa come funziona il mondo al di fuori dell’Asia, e non gli piace”. Nel frattempo, dalla parte sud della penisola arriva la smentita sulla presunta morte di Kim Jong-il, annunciata ieri da alcuni media.
Kim Jong-un è il secondogenito di Ko Yong-hee, terza moglie del “Caro leader”, morta nel 2004. Il padre lo ha scelto alcuni mesi fa, dopo almeno due anni di incertezza sulla sua successione. I media ufficiali del regime stalinista non hanno riportato l’investitura, ma hanno dato ampio spazio alla sua promozione ai vertici del Partito dei lavoratori. Anche il padre, prima di essere ufficializzato come successore di Kim Il-sung, aveva ricoperto lo stesso ruolo.
Secondo alcuni analisti, questa sua natura “pericolosa” deriva dall’ambiente in cui è nato e vissuto. Nonostante una breve parentesi di studi in Svizzera, Kim Jong-un ha frequentato la corte del padre ed ha dovuto affrontare i fratelli maggiori, nati dal primo e dal secondo matrimonio del “Caro Leader”, che ne hanno ostacolato in tutti i modi la scalata al potere.
La fonte anonima spiega che il padre “ha apprezzato questo spirito. Kim Jong-il avrebbe persino dato il suo permesso a un’eventuale uccisione degli altri candidati al trono: la sorella più giovane del dittatore Kyong-hee, il marito Jang Song-taek e la ‘first lady’ Kim Ok”. Il candidato più pericoloso sembra essere Jang: dopo un allontanamento dal potere, che ha causato alla moglie una forte depressione, ora è considerato il secondo uomo più potente del regime.
Al momento, zio e nipote sembrano lavorare in accordo all’ambizioso progetto di modernizzare Pyongyang. Come Kim Jong-il prima di loro, infatti, al cambio di dittatore viene accostata una ripartizione delle commesse e degli appalti statali. Questo per tenere buoni i pochissimi imprenditori del Paese, la cui fuga metterebbe in serio rischio l’economia interna.
Proprio per cercare di salvare quello che rimane del reddito del Paese, Pyongyang ha inoltre annunciato ieri una rivalutazione “a sorpresa” della moneta e la chiusura dei negozi di Stato fino alla settimana prossima. Il ministero degli Esteri nordcoreano ha informato i diplomatici che 100 vecchi won ne varranno uno nella nuova moneta. Secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap, lo scopo di questa prima rivalutazione in 17 anni “è quello di ridurre l'inflazione e la diffusione del mercato nero”.
Yan Moon-soo, dell'Università degli studi nordcoreani di Seul, spiegato che il regime “potrà fare incetta delle banconote messe da parte dalla popolazione. Chi avrà messo da parte grandi quantità di denaro, legalmente o illegalmente, si sentirà esposto e avrà paura. Ci sarà quindi meno valuta in circolazione sul mercato e maggior controllo del regime sulla popolazione”.
24/08/2020 08:59
25/04/2020 11:26
21/04/2020 09:00