Il “complotto” di Emergency, fra vendette e disattenzioni
L’accusa di collusione con i talebani per i tre italiani dell’organizzazione umanitaria sembra costruita ad arte per allontanarli da una zona dove fra breve ci sarà una nuova campagna militare. Le denunce di Emergency delle molte vittime fra i civili. Esperti suppongono che vi sia stata anche superficialità da parte dell’organizzazione nel controllo dell’ospedale.
Kabul (AsiaNews) – I giornali afghani danno molto risalto oggi all’arresto di tre italiani volontari di Emergency accusati di collusione coi terroristi. Ma fonti di AsiaNews nel Paese sospettano vi sia una vendetta britannica e del governo locale contro l’organizzazione umanitaria, molto nota per le sue critiche a Karzai e alla forza multinazionale.
I tre italiani - Marco Garatti, chirurgo; Matteo Dell’Aira, infermiere professionale; Matteo Pagani Guazzugli Bonaiuti, economista, tutti e tre responsabili a vari livelli dell’ospedale di Lashkar Gah, nella provincia meridionale di Helmand – sono stati arrestati due giorni fa assieme a sei afghani con l’accusa di preparare un attentato contro il governatore della provincia, Gulab Mangal (v. foto).
Un’ispezione della polizia afghana, aiutata da soldati britannici della forza multinazionale (Isaf), ha portato alla scoperta di esplosivi, pistole, granate e cinture esplosive per attacchi kamikaze. Secondo il portavoce del governatore, Daud Ahmadi, l’ospedale di Emergency, in una zona “fortemente talebanizzata”, era sotto sorveglianza da più di un mese.
Secondo diversi osservatori – che chiedono l’anonimato –proprio in queste dichiarazioni si possono vedere gli aspetti pretestuosi dell’arresto e delle accuse. “L’ispezione nell’ospedale era preparata: arrivano e trovano. Vanno a colpo sicuro. E perché con tutta quella sorveglianza non sono andati prima? E che ci facevano i soldati inglesi, sulla cui presenza prima vi è stata una negazione e poi una ammissione?”.
I giornali locali danno ampio spazio all’arresto e alle accuse. Non parlano della “confessione” che secondo alcuni fonti gli italiani avrebbero fatto, ammettendo di essere in collusione con i terroristi talebani. I giornali danno risalto invece alle centinaia di residenti dell’area che ieri hanno gridato “Morte a Emergency”; “No all’ospedale dei talebani”.
In realtà l’ospedale di Lashkar Gah è un’opera umanitaria che offre servizi medici gratis a tutta la popolazione in una situazione molto calda e di guerra. In questo impegno, soprattutto il personale italiano e il fondatore di Emergency, Gino Strada, sono noti per il loro atteggiamento critico – e talvolta ideologico – verso Karzai, le truppe multinazionali, ecc… rischiando di coinvolgere l’organizzazione umanitaria in questioni politiche.
“È anche vero – dicono le nostre fonti - che proprio in quanto organizzazione umanitaria essa ha diritto di denunciare le morti dei civili in questa guerra, che sono molti di più di quelli citati nei bollettini ufficiali del governo e dell’Isaf e forse questo li mette in cattiva luce”. Da qui forse “una trappola” per mandarli via, mentre nell’area ci si prepara a una seconda ondata di attacchi contro i talebani.
Fra alcuni esperti vi è pure un’altra ipotesi: che forse vi è stata superficialità da parte del personale dell’ospedale. In una zona “fortemente talebanizzata” è possibile che gruppi di guerriglieri abbiano potuto usare le strutture ospedaliere per nascondere loro armi.
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