Il volume con la "lectio" di Regensburg sarà presentato nella biblioteca dell'Onu
L'opera raccoglie tutti i discorsi fatti da Benedetto XVI durante il viaggio di settembre in Baviera, per consentire una lettura corretta del discorso che ha suscitato le proteste del mondo islamico.
New York (AsiaNews) - Ha suscitato polemiche ed ha rischiato di creare una crisi diplomatica la "lectio magistralis" di Benedetto XVI, del 12 settembre a Regensburg (Ratisbona), per lo più malamente citata solo per stralci, tento da aver spinto il Papa a parlare di "fraintendimento" delle sue parole ed a introdurre nel testo finale delle note e delle precisazioni che ne aiutano la corretta comprensione.
Ma quell'intervento non andava solo letto, e attentamente, per intero, andava anche inquadrato nel contesto delle altre riflessioni fatte durante il viaggio in Baviera del 9-14 settembre di quest'anno.
Ora ciò è reso agevole da un volume pubblicato dalle Edizioni Cantagalli e dalla Libreria editrice vaticana che raccoglie ed ordina, non cronologicamente, ma per criterio tematico, tutto ciò che papa Ratzinger ha detto in quei giorni.
Intitolato "Chi crede non è mai solo" il volume, del quale è in corso di elaborazione l'edizione inglese, sarà al centro di un incontro che si terrà il 20 novembre nella più internazionale delle sedi, alle Nazioni Unite, nella Dag Hammarskjold Library Auditorium, quasi a voler chiedere ai tanti che in tutto il mondo hanno commentato l'intervento di Benedetto XVI, di avvicinarsi all'interezza delle sue parole.
Nel corso dello stesso incontro sarà presentata anche un'altra opera che lo stesso autore ha scritto quando era ancora il card. Ratzinger: "Cristianità e crisi delle culture" (nell'edizione italiana "L'Europa di Benedetto nella crisi delle culture").
L'incontro sarà introdotto da mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, e vedrà gli interventi di George Weigel, docente all'Ethics and Public Policy Center di Washingon e del senatore Marcello Pera. Moderatore sarà il corrispondente dell'agenzia Ansa negli Usa, Marco Bardazzi.