Il vice di Bo Xilai visita il consolato Usa e mette in pericolo la corsa verso il Politburo
Il potentissimo segretario del Partito locale punta a un seggio nella Commissione permanente dell’organo di maggior potere di tutto il Paese. Ma il suo braccio destro compie una visita sospetta ai diplomatici americani, viene arrestato dalle autorità cinesi e mette a rischio la scalata al potere del suo capo.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Wang Lijun, potente braccio destro del segretario del Partito comunista di Chongqing, ha visitato il consolato americano a Chengdu e - dopo un giorno intero - se ne è andato. Subito dopo è stato rimosso e inviato a Pechino per “problemi di salute legati allo stress”, ma l'accaduto ha fatto impazzire gli internauti cinesi, che si interrogano sul vero motivo della visita.
Bo Xilai, leader del Partito locale, è noto per la sua campagna di “ritorno al maoismo”: lanciata circa due anni fa, prevede un superamento a sinistra delle politiche del governo centrale. A Chongqing si è ripreso a cantare gli inni a Mao e la situazione della sicurezza pubblica (fino a ieri in mano a Wang) è simile a quella della Rivoluzione culturale: le guardie municipali hanno molto potere e possono esercitarlo con enorme discrezione.
La visita di Wang è stata confermata sia da Washington che da Pechino: entrambi i lati hanno evitato di rivelare i dettagli e rifiutato di commentare le speculazioni che vogliono Wang in cerca di asilo politico. Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha dichiarato che l’incontro “era in programma” e ha sottolineato poi che il vice sindaco “ha lasciato l’edificio di sua spontanea volontà”.
La gestione politica dei due ex alleati è vista in maniera controversa dalla popolazione. Un abitante di Chongqing dice: “Con Wang a capo della polizia si è visto meno crimine, ma come laureato in legge sono preoccupato per il modo in cui durante la sua gestione sono stati ignorati molti diritti fondamentali”. Alcuni pensano che proprio la durezza di Wang abbia convinto Bo a scaricarlo in vista del 18mo Congresso generale del Pcc, che dovrebbe sancirne la nomina a membro del Politburo.
Il futuro politico di Bo e i pettegolezzi sulla visita al consolato Usa di Wang sono divenuti in brevissimo tempo l’argomento più trattato dagli internauti cinesi, che su Sina.com (popolare sito di micro-bloggin simile a Twitter) si sono interrogati sulle possibili interpretazioni dell’incontro.
Bo Xilai, leader del Partito locale, è noto per la sua campagna di “ritorno al maoismo”: lanciata circa due anni fa, prevede un superamento a sinistra delle politiche del governo centrale. A Chongqing si è ripreso a cantare gli inni a Mao e la situazione della sicurezza pubblica (fino a ieri in mano a Wang) è simile a quella della Rivoluzione culturale: le guardie municipali hanno molto potere e possono esercitarlo con enorme discrezione.
La visita di Wang è stata confermata sia da Washington che da Pechino: entrambi i lati hanno evitato di rivelare i dettagli e rifiutato di commentare le speculazioni che vogliono Wang in cerca di asilo politico. Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha dichiarato che l’incontro “era in programma” e ha sottolineato poi che il vice sindaco “ha lasciato l’edificio di sua spontanea volontà”.
La gestione politica dei due ex alleati è vista in maniera controversa dalla popolazione. Un abitante di Chongqing dice: “Con Wang a capo della polizia si è visto meno crimine, ma come laureato in legge sono preoccupato per il modo in cui durante la sua gestione sono stati ignorati molti diritti fondamentali”. Alcuni pensano che proprio la durezza di Wang abbia convinto Bo a scaricarlo in vista del 18mo Congresso generale del Pcc, che dovrebbe sancirne la nomina a membro del Politburo.
Il futuro politico di Bo e i pettegolezzi sulla visita al consolato Usa di Wang sono divenuti in brevissimo tempo l’argomento più trattato dagli internauti cinesi, che su Sina.com (popolare sito di micro-bloggin simile a Twitter) si sono interrogati sulle possibili interpretazioni dell’incontro.
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