Il viaggio di Obama in Indonesia per migliori relazioni fra islam e occidente
Jakarta (AsiaNews) - La presenza del presidente Barack Obama e della first lady Michelle nella grande moschea di Istiqlal, appena prima della visita alla cattedrale cattolica, entrambe nel centro di Jakarta, è stata un forte segnale espresso da Washington del suo alto rispetto verso l’Islam. E questo a dispetto delle forti proteste di alcuni gruppi di fondamentalisti musulmani, Obama e la signora Michelle, che indossava il velo chiamato jilbab sono stati accolti dall’imam principale della moschea, Ali Mustafa Yakub. Alla coppia presidenziale è stata spiegata la storia della grande moschea, costruita sotto la diretta supervisione del primo presidente indonesiano Sukarno, che era un ingegnere civile. L’architetto era Friedrich Silaban. L’area di Istiqlal può accogliere 120mila fedeli.
Insieme a sua moglie, il presidente americano ha dato la sua testimonianza su quella che è la più grande moschea nell’Asia sudorientale: “Sono onorato di aver avuto un’opportunità di visitare questa magnifica moschea, che si erge come un simbolo del ruolo dell’islam nel guidare le vite di milioni di indonesiani. Spero che la mia visita promuova una comprensione più grande fra persone di Paesi diversi e di fedi diverse perché siamo tutti figli di Dio”.
L’iman Yakub ha spiegato agli ospiti la filosofia del “bedug” il tamburo gigante della moschea. “Bedug è un oggetto originale indonesiano e i musulmani indonesiani sono felici di portare il loro bedug nella moschea. Il suo significato è semplice: l’islam non distruggerà nessun tema o oggetto delle culture locali, così come nessuna fede. Questa è la base fondamentale dell’islam come religione pacifica”.
Più tardi il presidente Usa ha dato voce alla necessità di pluralismo quando si è rivolto a 6mila invitati all’università dell’Indonesia (Ui) a Depok. Ha condiviso alcuni ricordi personali, di quando nel 1967, da ragazzo, visitò la moschea Istiqlal, ancora in costruzione. In seguito ha parlato del motto filosofico indonesiano Bhinneka Tungkkal Ika, che si può tradurre come “Unità e diversità”, che considera il fondamento dello spirito pluralistico fra gli indonesiani”.
E’ nello spirito di “Bhinneka Tunggal Ika” che l’arcipelago indonesiano, dalla provincia di Aceh a Merauke, nella provincia di Papua, può essere unito come una nazione. Sulla base di questo spirito, ha detto il presidente americano, l’Indonesia è riuscita a compiere i suoi sforzi per essere il modello migliore, fra le nazioni dell’Asia e del Pacifico, per promuovere l’unità fra popoli diversi con diversi background di lingua e cultura. “Il pluralismo deve essere visto come un valore, per unire le persone, e non il contrario”. Ha anche parlato della necessità di praticare il rispetto delle altre fedi così come il suo patrigno, un cittadino indonesiano, gli ha sempre insegnato. “Credo fermamente che ogni fede religiosa debba essere trattata con il massimo rispetto” ha detto all’Università dell’Indonesia. Obama ha detto anche quanto abbia apprezzato il calore dell’accoglienza durante la sua visita alla moschea, e la frase dell’iman: “Tutti gli esseri umani sono seguaci di Dio”.
Padre Benny Susetyo, della Commissione interreligiosa della Conferenza episcopale indonesiana (Kwi) ha espresso apprezzamento per il discorso di Obama, dicendo che il presidente ha dato voce ancora una volta alla speranza di relazioni migliori fra l’occidente e la comunità musulmana. “Questo ridurrà la violenza interconfessionale, e soprattutto il radicalismo religioso” ha detto ad to AsiaNews. Secondo questo sacerdote della diocesi di Malang, durante la visita alla moschea, Obama ha espresso la sua preoccupazione più grande rispetto al ruolo potenziale che l’Indonesia può svolgere per promuovere la pace nel mondo. “Essendo il più popoloso paese musulmano al mondo, l’Indonesia ha un ruolo vitale nel combattere il radicalismo religioso. Washington trarrà grande vantaggio dall’Indonesia nella sua campagna per presentare un buon modello di islam moderato alla comunità internazionale”. “Un comportamento moderato da parte dell’islam è un tema centrale per l’amministrazione Obama. Ecco perché ci sarà un’intensificazione nei programmi di scambio di studenti”.
P. Aloysius Budi Purnomo, prete diocesano dell’arcidiocesi di Semarang, è attivo nel dialogo interreligioso. Riferendosi alla visita di Obama alla sua "seconda patria" ha detto ad AsiaNews: “Desidererei che Obama, presidente di una super-potenza, aiutasse generosamente i nostri concittadini che sono sfollati, le vittime di due disastri naturali grandissimi, l’eruzione del Merapi e lo tsunami di Mentawai”.