Il terremoto a Nias scuote i programmi post-tsunami del governo
Jakarta costretta a rivede il piano di ricostruzione nella zona colpita dal maremoto in dicembre. I cattolici dell'isola di Nias si preparano a seppellire i loro morti. Oggi registrate 3 nuove scosse.
Jakarta (AsiaNews) Sull'isola di Nias, a maggioranza cristiana, i cattolici si preparano a seppellire le vittime del terremoto che il 28 marzo ha distrutto l'isola indonesiana a nordovest di Sumatra. Mentre si continuano a cercare i sopravvissuti al sisma di 8,7 gradi Richter, nelle strade di fronte alla chiesa cattolica di santa Maria a Gunung Sitoli i cristiani depongono i corpi di parenti e amici in teli bianchi e aspettano di celebrarne la funzione funebre. "Come posso affrontare da sola tutto ciò? - si chiede Datot Mendra, la cui moglie è morta sotto le macerie solo la mia fede in Gesù può aiutarmi".
Nias è vicinissima all'epicentro del terremoto; le vittime registrate per ora sono 500, di cui 340 nella sola Nias. Secondo fonti ufficiali, il numero è destinato a salire fino a 2 mila.
Oggi l'osservatorio di Hong Kong ha registrato 3 nuove scosse a Nias. Una di 6,3 gradi Richter, ha messo di nuovo in allarme autorità locali e le squadre di aiuto, che con fatica, senza elettricità e scavatrici, continuano i lavori di soccorso.
Ieri Sri Mulyani Indrawati, capo del Comitato di pianificazione dello sviluppo nazionale (BAPPENAS), ha dichiarato che il disastro di lunedì ha reso necessaria un'urgente modifica del programma di ricostruzione previsto per il post tsunami. Il ministro delle Imprese pubbliche Sugiarto ha annunciato infatti che quasi l'85% delle infrastrutture di Nias e Simeuleu hanno subito gravi danni. Tuttora sulle due isole più colpite dal terremoto di lunedì mancano elettricità e acqua corrente; le vie di comunicazione sono bloccate dalle macerie per l'assenza di ruspe e scavatrici.
Il programma per la ricostruzione era stato reso pubblico il 26 marzo, poco prima dell'ultimo terremoto, durante la visita ufficiale del vice presidente Jusuf Kalla a Banda Aceh. Esso rappresentava solo "un quadro generale" di come doveva procedere la ricostruzione nell'Aceh e a Nias dopo lo tsunami di dicembre, che in Indonesia ha ucciso quasi 130 mila persone e disperse 90 mila. Le direttive erano: ricostruire il tessuto sociale, ristabilire norme e valori dell'islam, far rinascere l'economia, restaurare edifici e istituzioni pubbliche. Ma molti analisti affermano che il budget statate non riesce a coprire le spese di tale ricostruzione. Il vice ministro dell'Economia, Mahendra Siregar ha chiesto la revisione del bilancio dello stato, dicendo: "Senza soldi, non si può attuare il programma di ricostruzione (ad Aceh)".
Stamattina a Nias è arrivato il presidente Susilo Bambang Yudhoyono accompagnato dal ministro degli Affari sociali, Bachtiar Chamsjah.
04/04/2006