Il sostegno di papa Wojtyla ha reso più forte la Chiesa vietnamita
Ora essi sperano in un futuro migliore. Qualcosa è stato fatto per assicurare che, quando il futuro verrà, saranno preprarti e pronti. Settori come la cura della salute, le attività sociali la formazione e l’educazione sono particolarmente importanti nella preoccupazione dei cattolici per il loro popolo.
A questo hanno dato un incoraggiamento affermazioni di Giovanni Paolo II, come quelle rivolte ai giovani, per i quali egli aveva una spciale attenzione, in occasione della Giornata mondiale della gioventù del 1995, che fu celebrata a Manila, nelle Filippine: “voi giovani siete la speranza della Chiesa”, “voi potete porre tutte queste domande: perché il progresso dell’umanità in campo scientifico e tecnologico, che non ha paragoni in alcun precedente peiodo della storia, si rivolta contro l’umanità stessa in così tante maniere? Possiamo cambiare questo? Voi giustamente chiedete questo, certo questo è la questione fondamentale che è di fronte alla vostra generazione”.
Effettivamente i giovani sono pieni di vitalità e di speranza. Gruppi del volontariato sociale che nell’arcidiocesi di Saigon seguono i corsi di formazione dicono ad AsiaNews che riescono a conoscere Cristo più profondamente, ad amarlo più teneramente e a seguirlo con maggior fede, così possono guidare anche i giovani che li seguono a conoscerlo, amarlo e seguirlo.
Nella società vietnamita, la gente pensa che tutte le religioni insegnano a fare cose buone e rifuggire da quelle cattive. Così, al giorno d’oggi, anche se i giovani vengono da esperienze diverse, sono coinvolti in programmi di lavoro caritatevole o attività sociali. E in concreto si sono continuamente adattati alle sfide del tempo.
La globalizzazione si è introdotta nel mondo dei giovani. Si trovano di fronte a numerose difficoltà sul modello di vita. Così, hanno grande bisogno di consolidare i loro sforzi per approfondire, rendere sistematica e solida la loro formazione. La loro missione è la formazione della gioventù, che sia capace di evangelizzare se stessa, perché “la messe è molta e gli operai sono pochi”.
Nel 1989, sorvolando il Vietnam, di ritorno da una visita in Corea, Giovanni Paolo II in un messaggio indirizzato ai vietnamiti scriveva che “fin dall’inizio dell’evangelizzazione, siete divenuti una comunità attiva e profonda per la fede di tutta la Chiesa; ciò è congeniale alla cultura vietnamita che è diligente nella preghiera e umanamente generosa con tutti”. “Sono sicuro - aggiungeva – che le circostanze faranno onore al vostro Paese, mostrando attenzione alla giustizia e dando impulo al rapporto con i valori spirituali che sono davvero necessari per lo sviluppo”.