26/03/2012, 00.00
CINA
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Il revival maoista "blocca le riforme e va eliminato"

A parlare è Wu Jinglian, uno dei più conosciuti economisti di tutta la Cina: "Se vogliamo salvare il Paese dobbiamo concentrarci su stato di diritto, governo costituzionale e democrazia". Si infittisce il mistero su Bo Xilai, ex membro del Politburo caduto in disgrazia.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Il revival maoista che ha colpito la Cina "è una barriera che impedisce le riforme di cui abbiamo bisogno, se vogliamo salvare la crescita economica del Paese. Invece di tornare a formule antiche dobbiamo concentrarci su stato di diritto, governo costituzionale e democrazia". A parlare è Wu Jinglian, uno dei più noti economisti del Paese di ispirazione liberale e consigliere economico dell'ex presidente Jiang Zemin. 

Il riferimento dell'accademico è al cosiddetto "modello Chongqing", la megalopoli cinese guidata da Bo Xilai: il politico, caduto in disgrazia in maniera improvvisa durante l'ultima Assemblea nazionale del Popolo, era un promotore del ritorno allo stile - e alle misure economiche - dei tempi di Mao Zedong. Dopo la sua cacciata dal Politburo, Bo è al momento "in custodia": ma di lui non si sa molto altro, anche perché in Cina si dice che volesse organizzare un colpo di Stato.

Wu accusa Bo di "populismo. Le sue misure hanno causato molti problemi al bilancio municipale: non si possono investire enormi risorse senza preoccuparsi da dove vengono. Si deve poi considerare se questi investimenti producano dei risultati". Secondo l'economista, poi, "non si sono fatti progressi di sorta dagli anni Ottanta del secolo scorso".

Il modello da seguire, conclude, "è quello del villaggio di Wukan. Anche le riforme pioneristiche di Shenzhen, che permettono alle Organizzazioni non governative di registrarsi senza uno sponsor governativo, sono un ottimo segnale". 

 

 

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