Il regime di Teheran ha giustiziato due manifestanti antigovernativi
La condanna a morte è stata eseguita questa mattina all’alba. A carico di Mohammad Reza Ali Zamani e Arash Rahmanipour l’accusa di essere “nemici di Dio”, la militanza in gruppi armati e il tentativo di rovesciare la leadership della Repubblica islamica. Ancora oggi 200 attivisti prigionieri nelle carceri iraniane.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Teheran ha giustiziato due persone, arrestate durante le rivolte divampate all’indomani delle elezioni presidenziali del giugno 2009. Lo riferisce oggi l’agenzia iraniana Isna, secondo cui essi appartenevano a un gruppo di 11 uomini condannati a morte nelle scorse settimane. A loro carico l’accusa di essere “nemici di Dio”, la militanza in gruppi armati e il tentativo di rovesciare la leadership della Repubblica islamica.
Fonti interne al Paese sottolineano che quelle di oggi sono le prime condanne a morte eseguite nei confronti di manifestanti antigovernativi. Nel giugno scorso milioni di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la rielezione del candidato conservatore Mahmoud Ahmadinejad e chiedere un nuovo voto.
Si è trattato delle più grandi manifestazioni di piazza dalla rivoluzione islamica del 1979. Durante gli scontri per le vie di Teheran sono morte almeno 30 persone; migliaia gli arrestati e, ancora oggi, circa 200 attivisti sono detenuti nelle carceri del Paese.
L’agenzia iraniana Isna spiega che i due uomini sono stati giustiziati oggi all’alba. Essi sono Mohammad Reza Ali Zamani e Arash Rahmanipour. Tuttavia non vi sarebbero, al momento, conferme indipendenti sull’esecuzione dei due attivisti.
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