10/09/2010, 00.00
NEPAL
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Il rapporto Onu sul processo di pace scatena un nuovo scontro tra governo e maoisti

di Kalpit Parajuli
Al centro della diatriba, il disarmo e l’integrazione degli ex guerriglieri maoisti all’interno dell’esercito e l’eccessivo controllo dell’Onu nella gestione dei militari. Il segretario Ban ki – moon accusa il governo ad interim di non aver fatto abbastanza per portare avanti il processo di pace. Polemiche anche sul futuro della missione delle Nazioni Unite in Nepal che scade il prossimo 15 settembre.

Kathmandu (AsiaNews) – Nuovi problemi nel Nepal da tre mesi senza un primo ministro. Da ieri governo ad interim  e opposizione maoista sono in rotta di collisione sul ruolo della missione dell’Onu incaricata di monitorare il processo di pace tra esercito e guerriglieri maoisti (Unmin). Al centro della diatriba vi sono il disarmo e l’integrazione dei guerriglieri maoisti all’interno dell’esercito iniziato dopo la fine della guerra civile nel 2006 e a tutt’oggi sotto stretta supervisione dell’Onu. Il governo preme per una gestione diretta dell’esercito e chiede la supervisione delle Nazioni Unite, solo per gli ex ribelli. I maoisti vogliono invece che l’Onu continui a monitorare anche il numero dei militari, che consentirebbe l’integrazione delle milizie ribelli.

A complicare la situazione, il recente rapporto dell’Unmin. Esso mostra l’incapacità del governo di portare avanti da solo il processo di pace ed esprime le sue perplessità sul ruolo dell’esercito, ponendo limiti nell’arruolamento e controlli pari a quelli utilizzati per i guerriglieri maoisti.

"Ci sarebbe piaciuto vedere un rapporto più equilibrato – ha affermato Gyan Chandra Acharya rappresentante del Nepal presso la Commissione - ricco di sfumature e riflessivo con una corretta valutazione della situazione nella sua interezza". Egli ha sottolineato che in questi anni il governo ha lavorato molto per portare avanti il processo di pace e citare i suoi sforzi avrebbe fornito una più visione equilibrata della situazione. Achrya ha aggiunto che nella sua relazione l’Onu ha commesso un grave errore mettendo alla pari esercito del Nepal e combattenti maoisti. "Con l'elezione dell'Assemblea costituente – ha affermato - e la formazione di un comitato speciale, il concetto di due eserciti non esiste più. Pertanto nel rapporto, i combattenti maoisti non dovrebbero essere indicati alla pari dei militari. Un esercito nazionale non può essere equiparato a dei combattenti ribelli ".

Altro scontro tra governo e maoisti è quello relativo alla scadenza del mandato Onu previsto per il prossimo 15 settembre. Il governo ad interim ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai responsabili dell’Unim chiedendo una proroga di quattro mesi della missione e la graduale gestione del processo di pace. Con una richiesta separata, ieri i maoisti hanno invece sollecitato l’Onu a restare altri sei mesi, o almeno finché tutti i punti previsti dagli accordi di pace non saranno portati a termine.

Intanto, il Nepal continua ad essere senza un primo ministro, dopo le dimissioni del Premier Madhav Kumar Nepal del 29 giugno. Lo scorso 5 settembre il parlamento ha fallito per la settima volta l’elezione di un nuovo premier. La prossima seduta è prevista per il 26 settembre.  

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