09/07/2010, 00.00
THAILANDIA
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Il presidente del Senato thai chiede di togliere lo stato di emergenza

Prasopsuk Boondej spiega che la situazione è “di gran lunga tornata alla normalità”. Egli considera le leggi speciali fonte di panico e causa della fuga di turisti dal Paese. Nel fine settimana guiderà una delegazione di senatori in due province del nord, per “raccogliere informazioni di prima mano” dalla popolazione.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il governo dovrebbe rimuovere lo stato di emergenza ancora in vigore in 19 province del Paese, perché la situazione è “di gran lunga tornata alla normalità”. È quanto ha affermato oggi Prasopsuk Boondej, presidente del Senato thai, criticando la decisione dell’esecutivo di mantenere in vigore le leggi speciali in diverse aree, fra cui la capitale Bangkok.
 
Secondo il Bangkok Post, il presidente del Senato plaude alla decisione di rimuovere le leggi di emergenza in cinque province, ma auspica che un’analoga scelta venga fatta anche per le altre 19, dove è attualmente in vigore. Prasopsuk spiega che le norme speciali sono fonte di panico fra gli stranieri, spinti a credere che la Thailandia non sia sicura. Egli conferma anche l’indice negativo registrato nel settore del turismo, colpito a fondo dalla crisi politica e dagli scontri di piazza della primavera scorsa.
 
Prasopsuk Boondej, ex capo della Corte d’Appello, non condivide l’opinione del governo secondo cui vi sarebbero ancora frange di “camicie rosse” – i manifestanti anti-governativi, vicini all’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra – che tramano per fomentare nuove violenze di piazza e cacciare il premier Abhisit Vejjajiva.
 
Egli ha infine annunciato di voler guidare una delegazione di senatori, che visiteranno nel fine settimana le province di Udon Thani e Ngon Khai, nel nord-est del Paese, dove è maggiore il consenso per il partito di opposizione United Front for Democracy against Dictatorship (UDD), che ha guidato le proteste. Il presidente vuole ascoltare l’opinione della gente sulle questioni politiche, sociali, economiche che interessano la regione. Non verranno invece presi in considerazione i politici locali, ma si punterà “ai templi e alle comunità per raccogliere informazioni di prima mano”.
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