Il presidente Lahoud chiede una nuova legge elettorale
Comincia oggi la visita del primo ministro Miqati a Damasco. L'inviato dell'Onu si dice soddisfatto del ritiro dei siriani.
Beirut (AsiaNews/Agenzie) - La riforma della legge elettorale in Libano è stata chiesta dal presidente Emile Lahoud al Parlamento di Beirut, proprio mentre il primo ministro Najib Miqati comincia a Damasco la prima visita di un leader del Paese dei cedri dopo il ritiro delle truppe siriane, delle quali, oggi, l'inviato dell'Onu, il generale senegalese Elhadji Mouhamadou Kanji, si è detto "soddisfatto".
Nella lettera di Lahoud, inviata ieri sera, egli invita i deputati ad adottare una legge che assicuri "la migliore espressione della volontà popolare". Ciò, scrive Lahoud, non è garantito utilizzando l'attuale normativa elettorale, voluta nel 2000 dai siriani che, a suo parere, porterà a "instabilità politica nel Paese" ed a "discriminazione in base alle regioni" di appartenenza.
Nei giorni scorsi, anche il patriarca Nasrallah Sfeir era intervenuto sulla legge elettorale, dicendosi "profondamente dispiaciuto" che in Libano si usi ancora la vecchia legge elettorale, perché essa non è "secondo gli interessi di tutti i libanesi".
Lahoud, nella missiva, giustifica così la sua iniziativa: "Poiché è ancora in vigore la legge dell'anno 2000, che ha comportato profonde divergenze tra la popolazione, poiché un nuovo testo non è stato adottato, si è reso necessario indirizzare questa lettera alla vostra Assemblea". Secondo il capo dello Stato, lo svolgimento delle elezioni legislative previste per il 29 maggio sarà sulla base della legge del 2000.
Arrivando questa mattina a Damasco, il primo ministro Miqati non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Si da' per scontato che nell'incontro con il presidente siriano Bachar al-Assad verrà affrontato il tema dei rapporti bilaterali all'indomani del ritiro delle truppe di Damasco.