Il premier thai e il partito di governo nel mirino dei giudici per illecito
Il procuratore generale potrebbe chiedere la messa al bando del Democrat Party e l’inibizione per cinque anni di 40 funzionari, fra cui Abhisit Vejjajiva. Fra il 2004 e il 2005 avrebbe ricevuto finanziamenti illeciti da un gigante del cemento per 6,3 milioni di euro. Il vice-premier esclude lo scioglimento del Parlamento sino al pronunciamento della Corte costituzionale.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il Democrat Party, al governo in Thailandia, rischia una pesante multa e la messa al bando di molti suoi dirigenti per un presunto caso di finanziamento illecito fra il 2004 e il 2005. A farne le spese potrebbe essere anche l’attuale premier Abhisit Vejjajiva, che all’epoca dei fatti oggetto di indagine ricopriva la carica di vice-capo del partito. Tuttavia, il vice-premier Suthep Thaugsuban ha respinto l’ipotesi di sciogliere il Parlamento prima di un eventuale pronunciamento della Corte costituzionale.
I pubblici ministeri dell’ufficio del Procuratore generale sembrano intenzionati a chiedere lo scioglimento del Democrat Party e di inibire dalla politica attiva numerosi suoi dirigenti per almeno cinque anni. Ieri il vice-procuratore generale Waiyawut Lortrakul ha confermato che i magistrati hanno ultimato la stesura della bozza – un documento di 100 pagine – che è stato trasmesso al procuratore capo Chulasingh Vasantasingh per l’approvazione.
Se non vi saranno modifiche, il faldone sarà presentato in giornata alla Corte costituzionale; la prima udienza del processo è in programma il prossimo 9 agosto. Il Vice-procuratore spiega che, secondo l’accusa, i Democratici avrebbero ricevuto finanziamenti illeciti per 258 milioni di bath (circa 6,3 milioni di euro) da TPI Polene Plc, un gigante del cemento fondato da un manager poi prestato alla politica nel 2005.
I pubblici ministeri, aggiunge il Bangkok Post, avrebbero anche chiesto la messa al bando di 40 funzionari del partito, fra i quali l’attuale premier thai Abhisit Vejjajiva. Se confermate, le accuse potrebbero portare all’inibizione per cinque anni dalla vita politica.
Intanto il vice-premier Suthep Thaugsuban ha affermato che non verrà sciolta la Camera dei deputati sino alla sentenza della Corte costituzionale. Egli ha inoltre smentito le voci – non confermate – circolate nei giorni scorsi, secondo cui sarebbe stato registrato un nuovo partito. Il Khemkaeng Party dovrebbe sostituire il vecchio Democrat in caso di scioglimento deciso dai giudici. Il vice-premier ha riferito di non essere a conoscenza di una tale ipotesi.
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